Dunque, anche Sergio Staino, creatore dell'arcidiessino/ massimalista/ postcomunista Bobo, ha dovuto difendersi dall'accusa d'esser un «traditore». L'ha fatto su l'Unità, dove domenica aveva pubblicato una pagina a fumetti che sfotticchia Marco Travaglio, dipinto come un corvaccio insinuante e rinsecchito, detto Beriatravaglio, pronto a infondere indubitabili certezze. Se la sono presa in molti, con accenti diversi e tutti indignati, ma è probabile che il barbuto disegnatore non avrebbe vergato un'amara «confessione» se un amico di vecchia data, telefonandogli a mezzanotte, non l'avesse bistrattato così: «Anche tu, come Sofri, sei passato a libro paga di Ferrara e Berlusconi. Mi fate schifo. Spero di non sentirti più».
Libro paga? Schifo? Sentenza inappellabile, di quelle che a sinistra non ammettono né «franchi colloqui» né ideologici indulti. Il fatto che proprio Travaglio non abbia eccepito sulla pubblicazione della pagina, rubricandola giustamente a satira, induce a un cauto ottimismo. Sorprende invece la sorpresa di Staino di fronte alle «vibrate proteste» di lettori, colleghi e politici. A sinistra, si sa, c'è sempre qualcuno più puro di te che ti epura. Tutto sommato, al vignettista è andata pure bene.
Notate l'ultimo complimento: suona molto «purga sovietica», squisitamente Beria. Il compagno Staino è avvisato.
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