Caro Massimiliano, le recenti sortite di alcuni esponenti del Pdl nostrano e il tuo articolo di pochi giorni fa, sostanzialmente avversi alla candidatura a sindaco di Enrico Musso, inducono ad una pacata riflessione sul tema attraverso considerazioni di stampo umano e politico. Indubbiamente negli ultimi mesi, il senatore si è distinto per alcune «uscite dal coro»: la questione moschea, il mancato appoggio ad alcune «leggine» ad personam in Parlamento etc. Peccati tutto sommato veniali se paragonati al cataclisma di gaffes e distinguo che tanti componenti del Pdl esibiscono quotidianamente con nonchalance. D'altronde l'indipendenza di Musso era nota fin dai tempi della sua prima candidatura, fortemente voluta da Silvio Berlusconi. Enrico è liberale e coerente fino al midollo, come chiedergli di condividere apertamente provvedimenti che vanno contro le sue profonde idealità? In ogni caso, se fosse eletto, ci sarebbero tempo e voglie per mitigare in Consiglio e in Giunta alcune sue posizioni. In secondo luogo è uomo equo, come pensare che non vada per la sua strada quando si votano leggi squilibrate e faziose? Sono difetti la tolleranza e l'equità in questo mondo di disonori e spigoli affilati? Mettono forse in dubbio che Musso sia uomo di centrodestra? Non credo proprio, il professore è antropologicamente e culturalmente dei nostri, impossibile scovare «ombre rosse» nel suo profilo e neppure mai si sognerebbe di tradire facendo il salto della quaglia, ci metterei la mano sul fuoco. Veniamo poi agli aspetti puramente politici della vexata quaestio: Enrico Musso è un economista dei trasporti, un luminare a livello internazionale nel suo campo e se Genova ha un problema è proprio quello legato alle infrastrutture e alla viabilità: pensiamo alle gronde, alle autostrade, ai bruchi, al porto, all'aeroporto, alla mobilità urbana. Dunque siamo di fronte al tecnico giusto per il posto giusto. Il candidato in pectore è pure uomo dotato di vasta cultura, di grande apertura mentale proiettata al futuro ed estremamente sensibile all'innovazione tecnologica. Ha inoltre più volte dimostrato di possedere spiccate qualità organizzative e carisma. Non gli manca certamente l'ars oratoria, tutti lo riconoscono e apprezzano le sue affabulazioni verbali. Infine, last but not least, Enrico Musso piace alla gente ed è in grado di catalizzare voti «border line», riportare nell'urna molti astensionisti e al momento giusto esaltare il nocciolo duro degli elettori Pdl. Vediamo nelle nostre file altri con queste caratteristiche? Francamente no. C'è una personalità così forte e preparata con un appeal elettorale altrettanto ampio in circolazione? Siamo onesti, l'unico che può battere la Vincenzi di turno è proprio il senatore, lo dimostrano i reiterati tentativi a mezzo stampa della sindachessa di screditarlo; lo temono, sanno che solo con lui sul predellino possono perdere. In conclusione, alla luce dei fatti esaminati, temo fortemente che l'avversione interna nei confronti di Musso, derivi soprattutto dal fastidio che provoca nei suoi pari quel sottile snobismo intellettuale messo sovente in mostra dal senatore, difettaccio professorale e impudente. Anch'io lo patisco a volte, lo confesso, ma il rispetto e la stima per le qualità della persona vanno oltre; poi, diciamolo, se vogliamo vincere dobbiamo ragionare in termini puramente politici di risultato, non certo perché il nostro candidato migliore qualche volta ci fa innervosire.
Con Musso si vince, con gli altri si perde. Questa è l'unica cosa che conta, al di là delle questioni personali. Non commettiamo l'errore di Lippi con Cassano: i fuoriclasse devono giocare sempre, anche se ogni tanto fanno le bizze e ragionano a modo loro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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