Violante Placido, baby sitter folle, diabolica ed assassina si aggira in una Genova formato fiction tv, qua e là mescolata con
Roma. Si parte dall'oblò nella porta di una sala operatoria: sta iniziando un cesareo, con battito cardiaco, musica catodica e inconsueto titolo in inglese «A deadly compromise». Poco dopo un falso «interno» raggira l'infermiera e si frega il bambino. Come di prammatica il tempo passa: le piccole vele al vento del Porto Antico (il «Columbus' Wind» realizzato nel 1992 da Susumu Shingu) si materializzano insieme a una panoramica sui monti che circondano la città, come una sorta di impaginazione.
Appaiono i protagonisti: la giovane Caterina (una semi esordiente Violante Placido - «Che ne sarà di noi»), che in un giardino (romano) confida alla dottoressa che il padre adottivo tentò di violentarla da piccola; il docente di criminologia dai metodi «moderni» Paolo (Nicola Farron - «La vita che verrà»), in una lezione all'università (nella Facoltà di
Architettura, a S. Agostino!); infine la di lui moglie analista Anna (Elijana N. Popova - «La ballata dei lavavetri»), con lavoro in aria di crisi. È curiosamente sgangherata la genesi di «Compromesso mortale»: il professore di cinema Giovanni Robbiano («Figurine», «Hermano»), genovese classe 1958, assistente di Kusturica alla Columbia University, si cimenta in un film tv su commissione che doveva far parte della serie «I gialli del Sabato Sera», progetto di sei film ambientati a Genova e dintorni per Rai2, girati in inglese per il mercato televisivo europeo. Nessuno ne ha più saputo alcunché. L'incontro semi casuale del regista con un produttore Eagle Picture genera un budget dignitoso per quel 1999 genovese (700 milioni di lire), una sceneggiatura tremenda (di Ciro Dammico) e, stranamente, molta libertà d'azione. Le cose muteranno. La subdola Caterina, grazie al furtivo ascolto di una telefonata, si insinua con l'inganno nella vita della coppia, come baby sitter; l'uomo pare perplesso, la moglie è entusiasta. I due cenano all'Expò per il classico settimo anniversario di matrimonio: un braccialetto alla caviglia della consorte scatena ricordi bollenti nell'uomo ma il soggetto è
Caterina. I due abitano «in via della Pineta 34» ad Arenzano (scene girate al «Comparto Quadrifoglio»). Anna si mostra gentile con l'antipatico Nuti (Alexander Cvetkovic - «Santa Maratona»), possibile finanziatore che dimora in «Via Serra 18» (le immagini mostrano invece una difficilmente riconoscibile Via Lomellini). Anche Caterina incoccerà in Nuti. Il sospetto di una storia a base di tradimenti e nefande passioni si fa strada, rafforzato da un flash back ad alto tasso di sensualità: il docente mima in aula uno strangolamento con l'ex allieva Caterina (sorpresa!), lasciando sbigottiti i compagni della ragazza. Repentinamente il film vira invece verso una rotta soft thriller.
L'assurdità di «Compromesso mortale», oltre che nella sceneggiatura inguardabile, risiede nel percorso produttivo della pellicola, che ha generato due film in uno. Una prima versione, girata da Robbiano col gruppo di «Zero budget» in quattro settimane, con divertimento nonchè creatività nei movimenti di camera, viene osteggiata dalla produzione, che impone dopo mesi di litigi un'integrazione del testo, ulteriori dieci giorni di riprese a Roma ed il controllo del montaggio. Così si spiegano l'inguardabile personaggio di Alex (il figlio del produttore
sigh), l'aumentare della confusione, le numerose incongruenze e le location romane. Farron non ci azzecca, Violante Placido (nuda per la prima volta ma senza mostrare troppo) è inadeguata, gli altri se la cavano come possono.
COMPROMESSO MORTALE (Italia 2001) di Giovanni Robbiano, con Violante Placido, Nicola Farron, Alexander Cvetkovic, Massimo Olcese - '100
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