Fabrizio De Feo
da Roma
La trattativa è lunga, faticosa e costellata di polemiche. Ma alla fine i ministri degli Esteri Ue della Ricerca trovano una formula di compromesso e concedono un via libera a maggioranza qualificata al finanziamento della ricerca sulle staminali embrionali. Un semaforo verde che arriva a fronte di precise condizioni. Su tutte il «no» ai finanziamenti per progetti che comportino la distruzione di embrioni umani. Un paletto che fa scattare il sì dellItalia e dalla Germania (mentre votano contro Polonia, Lituania, Slovacchia, Malta e Austria). Ma che certo non mette il ministro della Ricerca Fabio Mussi al riparo dalle critiche del fronte cattolico soprattutto del centrodestra italiano.
Il verdetto del Consiglio europeo è così riassumibile: sì al finanziamento di ricerche sulle linee di cellule staminali embrionali già esistenti; no alla distruzione di embrioni al fine di produrre cellule staminali; rinvio del dibattito circa la definizione di un termine per limpiantabilità degli embrioni, oltre il quale convenire che gli embrioni crioconservati sono utilizzabili (il «cut off date»).
In verità proprio su questa sorta di «scadenza» per lutilizzo degli embrioni si erano accese polemiche feroci visto che il nostro ministro della Ricerca aveva concesso una chiara apertura su questo tema. Per non impantanarsi si è deciso, però, di mettere in pausa la questione. Ora, in base al compromesso raggiunto, i centri europei di ricerca che vogliono ottenere i finanziamenti potranno attingere solo alle linee di cellule staminali embrionali già derivate. «Sapevo della risoluzione del Senato italiano sulle staminali e capisco che il ministro Mussi abbia avuto problemi ad accettare il testo iniziale» spiega il presidente di turno del Consiglio Competitività dellUe, Mauri Pekkarinen. Ma la formula «ha permesso di soddisfare sia le esigenze italiane che quelle tedesche».
Mussi canta vittoria e si fa forte dellasse creato con la Germania, salutando «il ritorno dellItalia nello spazio di ricerca europeo». E questa volta per lui scatta il plauso anche della senatrice Dl Paola Binetti. «Tra noi e il ministro - commenta a caldo la capofila dei parlamentari cattolici dellUnione - cè una linea condivisa». Solo un dubbio macchia la sua soddisfazione. «Ci manca un dato, non si capisce la data ultima di estrazione delle linee staminali».
Binetti e gli altri parlamentari cattolici dellUnione vorrebbero che il finanziamento in sede Ue fosse limitato alle linee staminali embrionali create prima del 31 dicembre 2003. Un punto su cui si sofferma anche lassociazione Scienza e Vita che definisce «contraddittoria» la decisione Ue proprio per la mancanza di qualsiasi riferimento a questa data. Giuliano Amato, invece, lancia una frecciata al quotidiano della Conferenza Episcopale. «Penso che la mozione votata al Senato sia stata trattata in modo ingeneroso dallAvvenire. Se fossi stato Avvenire avrei detto soltanto: non coincide con la mia posizione».
Sul fronte cattolico del centrodestra, invece, le perplessità non mancano. Rocco Buttiglione parla di «compromesso ipocrita». E Luca Volontè, capogruppo Udc, ricorda come lIntergruppo parlamentare Persona e Bene Comune - composto da deputati e senatori di entrambi gli schieramenti - avesse lanciato un appello a Romano Prodi affinché garantisse «il voto contrario dellItalia in coerenza la volontà popolare». Alfredo Mantovano (An) e Gaetano Quagliariello (Fi), accusano Mussi di «parificare lembrione a uno yogurt con una data di scadenza stampata sopra».
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