Massimiliano Scafi
da Roma
Prima una chiacchierata a Montecitorio tra Tremonti, Fini e Cesa, poi un vertice a Palazzo Chigi allargato a Letta, Baccini e Alemanno, infine lannuncio ufficiale: «I leader della Casa delle libertà avvisano la necessità politica di individuare, come è già accaduto a Milano, candidati unitari per le amministrative del 28 maggio». La Cdl, che si sente il vento alle spalle, prova a riconquistare le grandi città e spedisce allUnione un messaggio da leggere in chiave nazionale: caro Prodi, non contare sulle nostre divisioni, il centrodestra è talmente compatto che si accorda persino sugli aspiranti sindaci delle metropoli. Così la Cdl rilancia la sfida per Torino, Napoli, ma soprattutto Roma, dove però laspetta una «mission impossible», battere Veltroni. Dunque, uno solo contro Super Walter. Ma chi, dopo i no di Fini e Casini? Berlusconi? Lo ha fatto Chirac per Hotel de la Ville, potrebbe farlo il Cavaliere per il Campidoglio. «Sì, magari», risponde sorridendo Alfredo Antoniozzi. Ma il premier adesso sembra avere altre faccende da sbrigare.
Antoniozzi, luomo scelto da Fi per il Campidoglio si dice «pronto a fare un passo indietro, se emergerà la reale volontà unitaria». «Quel passo però devono farlo tutti - avverte Mario Baccini - altrimenti io vado avanti», Il candidato Udc, sulla scorta del «brillante esito del voto nel Lazio», invita comunuqe la coalizione a mettersi daccordo per cercare di cavalcare londa lunga perché «Veltroni è forte ma battibile». Ma, aggiunge, nessun personaggio paracadutato, «la scelta deve essere fatta dalla classe dirigente locale». Prudente pure il terzo in lizza, Gianni Alemanno: «Al momento non cè per Roma alcuna candidatura forte, nessun leader maximo. Dò la mia disponibilità a ritirarmi, ma con una richiesta precisa, che si arrivi a una decisione chiara entro martedì o mercoledì».
Quattro, cinque giorni per trovare un anti-Walter. Riuscirà la Cdl a «fare la sintesi»? Oppure «ognuno difenderà il suo orticello», come teme Baccini? Lorenzo Cesa è ottimista: «Stiamo lavorando a soluzioni unitarie e rapide, entro il 28 aprile bisogna avere tutti i candidati». Andrea Ronchi parla di «un deciso passo avanti dopo lappello dei leader». A fine settimana i giochi dovrebbe essere fatti. Lidea sarebbe quella di spartire i tre capoluoghi tra i partiti del Polo: Roma ad An con Alemanno, Napoli a Forza Italia con Franco Malvano, Torino allUdc con il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti.
Questa dunque la cornice dellaccordo. Per Napoli non dovrebbero esserci problemi. Per Torino lintesa sembra solo questione di ore. Paradossalmente, proprio mentre i leader riuniti a Palazzo Chigi stilavano la nota, i vertici piemontesi della Cdl annunciavano «lo schema a quattro punte» per sconfiggere Sergio Chiamparino, salvo poi dirsi disposti a cambiare strategia «se dalle segreterie nazionali uscirà un candidato unico». Ancora aperta invece la situazione della Capitale, contesa soprattutto da Alemanno e Baccini. Alcuni sondaggi vedrebbero Antoniozzi al due per cento, Baccini al tre e Alemanno al trenta tra gli elettori di centrodestra. Il ministro della Funzione pubblica ritiene però di essere in grado al secondo turno di intercettare meglio il voto centrista e di frontiera. «Baccini è un amico - replicano dallentourage del ministro delle Politiche agricole - ma è anche un uomo di un altro tempo, quello della vecchia Dc. E finora i candidati sindaco della Cdl che a Roma hanno preso più voti sono quelli di An».
Alemanno, dicono i suoi, mollerà solo di fronte a una candidatura di livello nazionale.
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