Al Comune di Armo basta un voto per prendere 4 seggi

Un voto può valere anche quattro seggi. In consiglio comunale. Succede a Armo, nell’Imperiese, 129 abitanti, che hanno votato - quasi tutti - domenica e lunedì per eleggere il sindaco e i consiglieri. L’ha spuntata, anche stavolta, Maura Barbera, di «Pro Armo», che ha ottenuto 84 voti. La sorpresa, invece, è venuta dallo sfidante: Daniele Lupinetti, lista «Patria e tradizione-Destra per l’Italia», voti 1. Ma il regolamento parla chiaro: quattro sedie spettano alla minoranza, e quattro consiglieri della lista di Lupinetti ci staranno seduti per tutto il ciclo amministrativo. Della serie: porti uno e prendi quattro. Che neanche alla Coop.
Nessuna sorpresa, invece, ma riflettori puntati a Villa Faraldi, una popolazione di 435 abitanti: l’attenzione è tutta per Giacomo Chiappori, già senatore e consigliere comunale a Tursi per la Lega Nord, oggi titolare di un’avviata attività nel campo dell’accoglienza e protagonista di una parabola politica e amministrativa che va da Palazzo Madama al Comune del paese amico. Chiappori è stato confermato al vertice del municipio con 230 consensi elettorali, quasi un plebiscito, corrispondenti all’80 per cento dei voti validi. La sua lista «Costruire insieme» ha sbaragliato la duplice concorrenza: Adele Terruso ha conquistato 50 voti, Eros Rubicone 10. Della serie: l’importante è partecipare.
Chi ha partecipato al massimo, ottenendo il massimo, è invece Delio Gastaldi, della lista «Progetto per Arentino». Che ha fatto il pieno dei voti a Diano Arentino, 606 anime in tutto. Neanche un contentino agli avversari. Della serie: lo dicevo, non faremo prigionieri.
Molto più contrastata la vittoria di Italo Panizza, 65 anni, a capo della lista civica «Vivere Balestrino», che ha superato il rivale Ubaldo Pastorino, lista «Rinnovarsi nella tradizione». Su 557 aventi diritto al voto, si sono espressi, come si dice, in 433. Ebbene, Panizza ha preso 215 voti, Pastorino 213. Una sorta di «vendetta» rispetto a quattro anni fa, quando uno scarto minimo aveva diviso i due, ma a parti invertite: Pastorino sindaco del Comune savonese con quattro voti in più di Panizza.

Nemmeno un voto, invece, per il terzo incomodo, Luigi Tenderini, cui non ha giovato l’abbinamento subliminale con il neo inquilino di Palazzo Chigi: la squadra di Tenderini, sotto il vessillo «Avanti Miei Prodi», composta oltretutto da non residenti, deve aver fatto incavolare gli elettori all’unanimità. Risultato: zero voti. Per i Tenderini e i Prodi. Della serie: «Guai anche a nominarlo!».

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