Dal Comune arrivano 3,1 milioni di euro

Passata (sembra) la tempesta alla Scala, dopo il reintegro del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) da parte del governo. «Anche se - come ha sottolineato il sovrintendente Lissner - non si può cantare vittoria. Il bilancio del teatro sarà di nuovo in pareggio. Ma secondo me, un teatro pubblico con queste caratteristiche dovrebbe essere finanziato per il 60% con fondi pubblici e per il restante 40% con quelli privati (biglietteria, sponsor, attività fuori sede, ndr). Ora succede più o meno l’opposto, e in futuro le risorse pubbliche saranno sempre più scarse». Anche per questo, è stato salutato con entusiasmo il contributo di 3,1 milioni di euro da parte del Comune di Milano, annunciato ieri dal sindaco Letizia Moratti, prima tranche dei 6 milioni e rotti previsti annualmente. Come - sul fronte privato - ha ricevuto un plauso corale la decisione di Telefonica, il maggiore gruppo di telecomunicazioni spagnolo, di entrare nel ristretto circolo dei soci fondatori della Fondazione Teatro alla Scala, con il versamento di oltre 2 milioni di euro. Buone notizie giungono da Roma in materia statutaria e organizzativa.

Il vicepresidente Bruno Ermolli ha annunciato infatti che il Consiglio dei ministri «approverà, entro la fine di aprile, l’autonomia di gestione dell’ente». Cosa che comporterà non pochi vantaggi, primo tra tutti quello di avere mani più libere nella gestione e nell’organizzazione, a cominciare dalla composizione del Consiglio di amministrazione.

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