La SpeziaLe chiamavano le «multine». In sintesi una raffica di contravvenzioni agli spezzini che molti cittadini hanno deciso di non corrispondere allamministrazione comunale vincendo anche una causa collettiva davanti al giudice di pace. Nel 1998 il Comune, varando il nuovo piano del traffico, dispose aree di parcheggio a pagamento. Delle normali zone blu. Tracciate le righe nel centro cittadino lamministrazione si appoggiò ad Atc spa per la gestione del servizio. E cosa fece Atc? Creò unaltra società interna alla holding, la «Park Tour», che affidò ai dipendenti il controllo dei parcheggi a pagamento. I «finti» ausiliari della Park Tour avevano il compito di gestire la riscossione dei compensi e affibbiare eventuali multe se gli automobilisti venivano colti nel parcheggio al di là del limite orario corrisposto o se non pagavano la sosta. Il fatto è che Park Tour risultava non essere il soggetto qualificato per gestire la partita perché, in quanto soggetto privato, il servizio non poteva essergli dato in gestione se non tramite una gara che non cè mai stata.
Al 2005 lammontare delle multe non pagate alla Park Tour era pari a 1,3 milioni, cifra che il Comune ha comunque fatto iscrivere a bilancio come entrata non riscossa. Non riuscendo a riscuotere le contravvenzioni lamministrazione diede a Gefil, società nata nel 2006 con lo scopo di gestire le entrate patrimoniali degli enti locali, il compito di sollecitare la riscossione delle «multine»,a fronte di un guadagno del 22 per cento su ogni contravvenzione, che avrebbe dovuto sborsare il cittadino. Partirono 16.000 lettere di avviso che invitavano gli automobilisti a pagare come se si fosse di fronte ad una normale multa. A fronte di 1,3 milioni di contravvenzioni non pagate, però, il Comune è riuscito a riscuotere solo 65.000 euro. Lunico modo che il Comune ha per recuperare queste somme è fare causa a ogni automobilista davanti al Tribunale civile. In questo caso, però, ha anche lonere di dimostrare che la violazione è realmente avvenuta (e per questo non bastano i verbali dei dipendenti della Parktour) e, soprattutto, chi ne sia stato fisicamente responsabile: trattandosi di controversia contrattuale, la contestazione non può essere rivolta genericamente al proprietario del veicolo, come nel caso delle multe, ma a colui che materialmente non ha ottemperato al contratto verbale. In molti, guidati da alcuni avvocati e anche da unassociazione di consumatori vinsero la causa davanti al giudice di pace: il giudice infatti ha ritenuto il decreto ingiuntivo nullo e privo di qualsiasi effetto poiché il credito vantato da Atc non sarebbe stato sufficientemente provato. Secondo la sentenza non basta il verbale ma occorre anche una testimonianza diretta presupponendo che Atc non agisce come soggetto pubblico ma privato e quindi deve dare prova del proprio credito. Insomma, oltre ai mancati introiti delle «multine», peraltro già messi a bilancio come crediti da riscuotere, anche le spese legali. Tanto pagano gli spezzini.
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