Il Comune fa bingo ma non taglia le tasse

Milano fa scuola e anticipa la soluzione alle altre amministrazioni «invischiate» nel pasticcio derivati. Merito dell’accordo che cancella in parte il contenzioso tra Depfa Bank, Ubs, Jpmorgan e Deutsche bank e il Comune per il «caso» derivati, bond da 1,68 miliardi di euro sottoscritto nel 2005 con scadenza trentennale. La transazione, ops, guai a chiamarla così, «l’accordo» (quasi ratificato) vale 450 milioni di euro, in cambio Palazzo Marino si impegna a ritirare la causa civile contro gli istituti di credito (il risarcimento era stimato intorno ai 100 milioni di euro) e la posizione di parte civile nel processo penale collegato. Il penale: sotto processo le banche in questione e 11 loro dirigenti con l’ipotesi di truffa ai danni del Comune.


I 450 milioni, frutto della rinegoziazione del tasso di interesse da variabile a fisso con un tasso del 4,26% per i prossimi 23 anni, e pari al buco di bilancio attuale, verranno reinvestiti per i due terzi in Btp con scadenza al 2033-2034 e per un terzo in depositi bancari a Euribor a 3 mesi, che frutteranno in interessi «altre centinaia di milioni di euro», spiega il direttore generale Davide Corritore, fino a raggiungere nel 2035 la somma complessiva di oltre 750 milioni. I milanesi possono stare tranquilli, verranno cancellate alcune delle tasse previste? «Non se ne parla - replica secco l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci - il buco rimane, così le leve».

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