Il Comune: «Liberalizzare i saldi e le svendite» Lite con i commercianti

Saldi tutto l’anno. Più che una corsa diventerebbe una maratona per i fanatici dello shopping più allenati. Ma la proposta lanciata ieri dall’assessore alle Attività produttive del Comune Giovanni Terzi farà (e ha già fatto) discutere. Con l’Unione del commercio gelida e le associazioni dei consumatori favorevoli. Il Codacons in prima fila chiede da anni che si tolga qualsiasi paletto alle vendite low cost. Secondo Terzi, per ridare slancio ai consumi e all’economia «è ora di liberalizzare i saldi e le promozioni nel settore dell’abbigliamento». Non pensa di estendere i ribassi 365 all’anno, ma «in un periodo difficile come questo si può iniziare ad immaginare periodi più ampi per le vendite promozionali». Sa di alzare un polverone, «la proposta susciterà dibattito, ma è una riflessione che vorrei portare a un tavolo. Qualcuno sarà d’accordo e altri no, ma è un tema che va affrontato anche per evitare pre-saldi camuffati».
Che i milanesi aspettino sempre più spesso il taglio sul prezzo per passare alla cassa è ormai un trend assodato, lo rivela anche un’indagine della Camera di commercio secondo cui nel 2009 il 94 per cento delle famiglie ha acquistato con lo sconto e con un aumento del 44. Ma il presidente di Federmoda frena gli entusiasmi. «Al tavolo mi ci siedo - assicura Renato Borghi - ma va detto che tra promozioni e saldi il settore è già in sconto per dieci mesi all’anno». Si riferisce ai sessanta giorni invernali e estivi, ma anche alle promozioni libere a parte il mese che precede i periodi di saldi. «Liberalizzare non significa niente - attacca - siamo disponibili a ragionare sulle promozioni ma è importante tenere distinti i saldi di fine stagioni, le promozioni e le liquidazioni».
Partita sabato 3 luglio, la stagione dei saldi estivi in città quest’anno è partita con l’acceleratore, un dieci per cento di vendite in più nella prima settimana rispetto all’anno scorso, complice anche la «notte bianca» dello shopping. Lo scontrino medio si è aggirato intorno ai 150 euro. Ma «con sconti tutto l’anno - incalza Renato Borghi - rischiamo di uccidere quello che resta del vero made in Italy. Se si vuol cambiare la legge allora devono sedersi al tavolo anche i produttori e i rappresentanti di tutta la filiera o corriamo il rischio che gli oneri ricadano tutti sulla distribuzione». I negozianti denunciano anche l’invasione dei prodotti cinesi e la scarsa trasparenza sulle etichette da parte dei produttori.
Ben diversa sulle svendite la posizione del Codacons, che rilancia sui saldi 365 giorni all’anno, ma anche la liberalizzazione degli orari («chi vuole lavorare 24 ore su 24 è giusto che lo faccia, senza vincoli») e sulle vendite sottocosto libere. In diversi Paesi europei i saldi sono già liberi (in Francia ad esempio si può comprare tutto l’anno con sconti fino al 60 per cento), e non limitati a due periodi all’anno come in Italia.

Anche se tra promozioni e vendite promozionali, di fatto i cartelli con forbici tagliate e percentuali col segno meno, di fatto anche a Milano le occasioni per risparmiare non mancano quasi mai. E forse per il Comune è venuta l’ora di regolamentarle.

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