Il Comune s’impegna a parole I negozianti ci mettono i soldi

(...) l’accesso per i disabili, allora toglieranno anche quello. A parole, gli assessori Margini, Vassallo e Scidone presenti all’incontro di ieri con il «Comitato Cittadino Sottopasso Cadorna», hanno promesso che le spese che i commercianti dovranno sostenere a loro carico per risistemare i cinque negozi in muratura, saranno poi detratte dal canone della concessione. A parole, appunto.
«Noi avremmo voluto che sottoscrivessero tutto con un accordo - spiega il presidente del comitato cittadini, Mauro Brancaleoni che ha sfidato il «diktat» del Comune a non parlare più con la stampa, visto che ormai siamo a ridosso della campagna elettorale -, ma a voce Margini ci ha detto di farlo noi e poi loro lo avrebbero firmato». Così come non c’è alcuna certezza sulla cifra reale a disposizione per il ripristino del sottopasso e sulla quale si è aperto un giallo sull’effettiva esistenza dei fondi messi da parte da Comune. A febbraio erano stati gli amministratori e il sindaco a parlare di uno stanziamento di 300mila euro per la ristrutturazione del sottopasso, esclusi i negozi in muratura. «Il sindaco era venuto da me personalmente e mi aveva detto di aver trovato i soldi. I lavori sarebbero partiti subito», ricorda Brancaleoni. Poi una retromarcia da parte di Palazzo Tursi, riportata dalla stampa e infine ieri la conferma dello stanziamento. «La cifra però non la sappiamo - continua il presidente del Comitato -. Ci hanno detto che in base al nostro progetto, si capirà quanti soldi ci vogliono e che la parte eccedente la dobbiamo mettere noi commercianti».
E qui arriviamo finalmente all’unica cosa certa che è stata scritta nero su bianco dal Comitato del Sottopasso. E cioè che gli operatori commerciali titolari di concessione per i negozi in muratura si sono impegnati «a provvedere a proprie spese al ripristino degli stessi, detraendo dai prossimi canoni di locazione di una concessione rinnovata». Non solo: «accettano di manlevare il Comune da ogni responsabilità in caso di ulteriori allagamenti, sottostando ad ogni richiesta di chiusura in caso di allerta». Non solo: gli operatori del Comitato «hanno accettato la onerosa richiesta del Comune di sostenere il costo del progetto di ristrutturazione non solo dei negozi, ma di tutto il sottopasso per agevolare al più rapida possibile esecuzione dei lavori di ripristino». In cambio i commercianti chiedono soltanto che vengano tolti gli attraversamenti pedonali in superficie, conditio sine qua non per un passaggio sotterraneo delle persone e quindi della sopravvivenza dei negozi.
Ma non è finita qui, perché mentre il Comune temporeggia sulla sottoscrizione di un accordo, passando dalle parole ai fatti, i commercianti del sottopasso che ora sono stati traslocati nei giardini Caviglia, di fronte a Brignole, sotto i tendoni, continuano a pagare soldi. Dopo tutti quelli che hanno perso nell’alluvione, s’intende. «Paghiamo 200 euro a testa al mese ai proprietari dei tendoni, la società “Le pagode”, più iva. Poi ci sono altre 200 euro mensili per i guardiani notturni, e infine un 70/80 euro di energia elettrica - dice Brancaleoni -. L’occupazione del suolo pubblico però è gratuita». Fate un po’ voi i conti.
E il progetto dell’architetto quanto costa? «Tremila euro più o meno, più ci saranno quelli per ciascun negozio, a nostre spese». E si tratta di interventi strutturali, perché quello che è rimasto dopo l’alluvione del sottopasso è soltanto lo scheletro. Va rifatto tutto: pavimenti, soffitti, muri, impianti elettrici.
Una buona notizia, però c’è, ed è che l’assessore Scidone ha rassicurato i commercianti che i fondi per realizzare l’accesso ai disabili ci sono, li garantisce il suo assessorato.

A parole, per ora. Ma la speranza è che al più presto tutte le promesse dell’amministrazione si traducano in un accordo scritto e sottoscritto, nero su bianco, e soprattutto nell’inizio dei lavori per il Sottopasso Cadorna.

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