Il Comune di Genova dà lo sfratto - poi se lo rimangia, ma solo verbalmente - allanziana inquilina di una casa popolare regolarmente occupata con la figlia quarantaduenne, disabile e invalida da sempre, soggetta a ricorrenti attacchi di panico che la fanno urlare a squarciagola. Tanto acuti e molesti, quegli urli, che i vicini si sono rivolti alla civica amministrazione, chiedendo di far cessare il disagio. E il Comune, dopo ripetuti solleciti, si è mosso, facendo recapitare una lettera inequivocabile: «Forse lunica soluzione per mantenere lalloggio è quella di allontanare la figlia che potrebbe essere inserita in struttura protetta. In caso contrario lo scrivente dovrà dar corso al procedimento coattivo di sgombero». Lanziana, che non vuole separarsi dalla figlia disabile, ha deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale. E la mossa sembra aver influenzato il corso degli eventi: ieri il Comune, tramite lassessore Bruno Pastorino, esponente di Prc e responsabile delle Politiche abitative nella giunta «rossa» guidata da Marta Vincenzi, ha fatto marcia indietro: «Nessuno sfratto è in atto».
Opposto il parere del legale delle sfrattate, lavvocato Paolo Bonanni: «Il Comune ha scritto che il rapporto di locazione deve intendersi risolto». Nel frattempo, si cerca di risolvere il problema «provvedendo allinsonorizzazione dellimmobile, o allindividuazione di altro appartamento con caratteristiche adeguate alla sistemazione di madre e figlia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.