Comune vieta al consigliere di controllare atti di bilancio

A Varazze un dirigente si appella alla privacy per non fornire l’elenco di chi paga l’Ici

Il Comune non dà gli atti al consigliere per questioni di privacy. E il Difensore civico bacchetta l’amministrazione che non rispetta il diritto alla vigilanza da parte dei rappresentanti eletti dai cittadini. Scoppia un caso politico a Varazze dove Andrea Valle, coordinatore di Forza Italia e consigliere comunale, aveva chiesto di poter avere l’elenco dei contribuenti Ici della sua città. «Volevo fare alcune verifiche su una fondamentale voce di bilancio del Comune», spiega così l’interessato quella che certo non era una sua curiosità morbosa.
A fine agosto Valle aveva presentato la richiesta. Ma dopo pochi giorni un dirigente comunale gli aveva spiegato di aver «sospeso i termini» per la risposta, perché la questione era stata rimessa nelle mani del Garante della privacy. Il dirigente non se l’era sentita di fornire quei dati che gli apparivano troppo «sensibili» per essere rilasciati a un consigliere comunale. La risposta da Roma era poi arrivata in tempi persino rapidi. Peccato però che non risolvesse l’arcano, perché suggeriva al funzionario di andarsi a rivedere le precedenti decisioni del Garante in materia di pubblica amministrazione. Non un «sì», né un «no». Fatto sta che il dirigente, a quel punto, senza citare decisioni o suggerimenti del Garante, aveva risposto al consigliere Valle che non avrebbe consegnato la documentazione richiesta. Quella era la sua decisione, contro la quale, volendo, l’esponente di Forza Italia avrebbe potuto fare ricorso al Tar.
«Invece ho provato a chiedere al sindaco, soprattutto nella sua doppia funzione di primo cittadino e soprattutto di presidente del consiglio comunale - precisa Valle -. Mi ha risposto che lui ha solo un potere di guida politica e non ha possibilità di dare disposizioni ai dipendenti. Per questo mi sono rivolto al Difensore civico provinciale». E quest’ultimo ha subito preso una posizione chiara. Dando ragione al consigliere comunale che ha diritto di avere tutta la documentazione necessaria allo svolgimento del suo incarico. «Sono tra l’altro andato a ricontrollare sul sito del Garante se c’erano decisioni particolari che vietassero la diffusione di dati ai consiglieri comunali - precisa l’esponente azzurro -. Non solo non ne ho trovati, ma anzi tutte le pronunce relative a casi simili sottolineavano la prevalenza della Legge 142/90 sugli enti locali rispetto alla normativa sulla privacy».
Ora, dopo la presa di posizione del Difensore civico, anche il Comune di Varazze, pur non essendo vincolato, potrebbe cambiare idea. «Me lo auguro e credo di poter avere la documentazione richiesta - conclude Andrea Valle -. Anche perché in caso contrario mi vedrei costretto a rivolgermi davvero al Tar. E a questo punto il Comune rischierebbe di pagare anche le spese processuali.

Voglio andare in fondo alla cosa, ormai anche per una questione di principio. Penso infatti a quale difficoltà potrebbero incontrare dei normali cittadini che chiedessero documenti al Comune se persino ai consiglieri comunali vengono negati gli atti. Altro che trasparenza».

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