Per Comuni e Province primo turno il 28 maggio

Le schede per le politiche saranno larghe 65 e alte 23 centimetri

da Roma

Si rivota domenica 28 maggio per le amministrative ovviamente, e gli eventuali ballottaggi si terranno due domeniche dopo, l’11 giugno. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri che si è riunito ieri, e che ha varato anche l’apposito decreto per dar vita alla «scheda lenzuolo» per le elezioni politiche del 9 aprile, quella che in ottemperanza alla nuova legge elettorale sarà larga più di mezzo metro, esattamente tra i 63 e i 65 centimetrri, coi simboli esposti non più verticalmente ma orizzontalmente e in successione per «salvaguardare la neutralità del voto», come spiega il ministro Beppe Pisanu.
Come per le politiche, si potrà votare anche nella mattinata del lunedì successivo. Sono da rinnovare 11 Province e 1.307 Comuni, dei quali 28 capoluoghi e tra questi città importanti come Roma, Milano, Napoli e Torino. Ora si attende l’analogo provvedimento della Regione Siciliana che fisserà anch’essa il rinnovo dell’Ars per il 28 maggio, e le altre amministrative sicialiane per l’11 giugno, con ballottaggio il 25 giugno. Il governatore sardo Renato Soru ha anch’egli già dichiarato che, essendo «già intenzionati» per le date fissate dal governo, fisseranno per il 28 maggio e l’11 giugno anche il rinnovo del centinaio di comuni sardi, tra cui Cagliari.
Perché il 28 maggio? Perché tutte le altre domeniche successive alle elezioni politiche presentavano maggiori inconvenienti, e il ballottaggio all’11 giugno cade giusto giusto sul finire dell’anno scolastico. Certo, di scuola se ne farà poca quest’anno, ma è il prezzo da pagare alla democrazia, pur se Francesco Rutelli rimpiange il «risparmio» dell’election day. All’intenso calendario elettorale - si presume che per il 28 maggio sia già chiusa e risolta anche la partita per il Quirinale, oltre a quella per la formazione del nuovo governo - manca ancora la data del referendum confermativo sulla grande riforma costituzionale varata dal centrodestra. Secondo i tempi che scattano dall’ordinanza della Cassazione prevista per il 21 aprile, le date possibili per il referendum sono il 18 o il 25 giugno.
Della maxi scheda per le politiche, resta da dire. Pisanu s’è dilungato in conferenza stampa a spiegarne i pregi, e rintuzzare le facili battute sulle abnormi dimensioni. Il problema è di «consentire un colpo d’occhio immediato» all’elettore, e data la configurazione della cabine elettorali, «evitare che l’elettore vedesse soltanto i simboli posti più in alto». Per questo, disposizione orizzontale e non più verticale. Dunque 63/65 per 23 centimetri, colore rosa per la Camera e giallo per il Senato.

Le coalizioni fra più di cinque partiti avranno i simboli in fila sulla stessa riga, eventuali coalizioni con meno di cinque partiti invece a seguire, seppur con spazio ben evidente. L’ordine di disposizione, sorteggiato in tribunale come è ormai prassi.

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