Cronache

Comunicazioni I nostri porti alla sfida africana

Il 29 settembre 2010, si è tenuto a Tunisi un incontro tra i rappresentanti dei tre principali porti liguri, sede di Autorità Portuale e Autorità statali ed operatori economici e della logistica tunisini.
L'incontro, nel rappresentare le notevoli potenzialità dei tre scali italiani, quali nodi polivalenti ed efficienti ubicati in una posizione privilegiata per il raggiungimento delle regioni europee, era teso ad acquisire una parte dei traffici delle merci destinate all'Europa centrale ed occidentale.
Sostanzialmente, avviene che i vettori impegnati nelle relazioni di traffico da e per il Far East, tendono sempre più a scaricare le merci nei porti del nord Africa, incentivati dalle ridotte spese per le operazioni portuali, dovute al contenuto costo della manodopera locale.
Altre navi, si occupano poi di ricaricare i container e di trasportarli, attraverso Gibilterra ed il canale della Manica verso i grandi porti del Nord Europa: Anversa, Rotterdam, Amsterdam, Bremerhaven e Amburgo.
Da questi porti, complice una ben strutturata rete di comunicazioni, costituita da una fitta ed efficiente rete di canali navigabili, nonché ferroviaria e stradale, il flusso delle merci prosegue distribuendosi in modo capillare nel centro e in parte dell'Est dell'Europa.
Osservando la conformazione della penisola italiana che, quale parte del continente europeo, si protende verso il centro del Mediterraneo, e tenuto conto che a ridosso dei tre porti liguri avremo il crocevia delle principali reti ferroviarie dell'alta velocità, le cosiddette reti TEN (Trans European Networks) e cioè il corridoio 1 ( Berlino - Palermo), il 5 (Lisbona- Torino - Trieste - Kiev) ed il 24 (Rotterdam - Genova), ben si comprende come i tre scali in parola abbiano ottime possibilità per divenire competitivi nei confronti dei grandi porti del nord Europa.
L'iniziativa per intraprendere ed incrementare le relazioni di traffico con i porti della Tunisia è stata lodevole ma occorre andare oltre.
Occorre creare un tavolo d'incontro, organizzato dall'associazione Ligurian Ports, con i vettori del Far East e gli importatori ed operatori della Logistica europei, al fine di giungere a far scaricare direttamente le navi uscenti da Port Said, nei nostri porti.
L'incontro, non certo facile da organizzare, ma necessario e lungimirante, deve far attentamente valutare che, sebbene le tariffe praticate nei porti del Nord Africa siano estremamente competitive, grava sulla merce da trasportare poi in Europa, il costo della successiva ricaricazione in transhipment, nonché il tempo necessario per concludere tutto il ciclo, da quando la merce viene scaricata nel porto africano fino a quando non riprende il mare, operazione che comporta circa cinque giorni di aggravi temporali, e che ha un suo ben significativo peso.
La soluzione potrebbe essere che gli importatori europei, evitando di accollarsi le spese di giacenza e caricazione della merce nei porti del nord Africa, partecipino in ragione di dette spese, a quelle che dovranno sostenere i vettori per scaricare direttamente nei nostri porti, saltando quelli africani.
L'asse Tibre (Tirreno - Brennero), per il trasporto su gomma, ha una sua importanza, per tratte non superiori ai trecento Km.

, ma per una visione olistica e di più ampio respiro del commercio europeo, cioè per grandi flussi di merce, si deve guardare al trasporto per ferrovia, meno costoso e meno inquinante.
È questa la strategia a cui occorre riferirsi = Pontremolese!
* contrammiraglio a riposo

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