Lo schieramento che attualmente si oppone al riconoscimento dei diritti civili alle coppie conviventi etero ed omosessuali, finora non si era mai esteso fino a coinvolgere esponenti di Rifondazione Comunista. Adesso, però, sta succedendo anche questo, perché nelle acque agitate della sinistra italiana c'è spazio per navigare ampiamente e senza bussola. Massimo Colombo, che, pur esprimendosi a titolo personale, si qualifica membro del collegio regionale di garanzia del Prc Liguria e del circolo direttivo Prc di Albenga, si sente a disagio come «dirigente di un partito di sinistra» su temi di ordine sociale, che hanno un'implicazione etica, come quello dei Pacs. E critica aspramente la caparbietà di alcuni esponenti del centro-sinistra, che si ostinano a non riconoscere l'esistenza di problemi più urgenti da risolvere per il bene del Paese, riferendosi alla legge Finanziaria ed agli ingiustificati oneri che vuole imporre al Paese.
Massimo Colombo accorre anche in difesa della Chiesa Cattolica, che considera oltraggiata solo per aver espresso un suo parere irrinunciabile. «Ritengo, purtroppo, che vi sia un'ondata di anticlericalismo (non solo nell'Unione), che fa solo del male alla nostra società - afferma - e che a tutti i costi vuole nascondere le radici che accomunano l'Europa. Voglio chiarire che la mia posizione personale è completamente a favore di quanto dice la Chiesa Cattolica e che, al contrario del ministro Turco, non ritengo ingerenze le posizioni della Chiesa, ma spunti di vera riflessione. Tengo a precisare inoltre, - prosegue - che anche altre religioni e confessioni sono contrarie ai Pacs, ma nessuno lo vuole far notare».
L'allusione può portare ben oltre la legalizzazione di diritti civili e precisare, ad esempio, che nei paesi islamici l'omosessualità è considerata un reato e chi la pratica è condannato a morte. Il coraggio di questo originale comunista non si spinge fino a richiamare alla memoria che nei Paesi dell'Est, prima della caduta del muro di Berlino, gli omosessuali venivano perseguitati e deportati, come nella Germania di Hitler. Ma questo gli attuali post-comunisti non lo vogliono ricordare.
Le preoccupazioni di Colombo si spostano poi sul timore che la crisi in atto nella famiglia si aggravi.
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