Economia

«Una concreta banca del Sud potrà aiutare lo sviluppo»

L’«idea intelligente» di Giulio Tremonti della Banca del Sud può trovare un’applicazione pratica, anche rapidamente, ed essere d’aiuto alle piccole e medie imprese meridionali, che si trovano in difficoltà ad ottenere il credito. Ne è convinto Giorgio Guerrini, presidente della Confartigianato.
Lei, esattamente, che cosa suggerisce?
«Per risolvere il vero problema del Paese, cioè lo sviluppo del Meridione, occorrono due interventi di base: garantire la sicurezza con una strenua lotta alla criminalità organizzata; e affrontare la difficoltà delle imprese meridionali di accedere al credito, riducendo fra l’altro la forbice dei tassi rispetto al Nord. Il primo compito spetta allo Stato. La seconda sfida possiamo affrontarla anche facendo tesoro dell’idea intelligente del ministro Tremonti sulla Banca del Sud: non nel senso della creazione di un nuovo istituto, ma mettendo insieme realtà già esistenti: le Banche di credito cooperativo, i Consorzi fidi, l’Artigiancassa».
Si può far parlare tutti questi attori con la stessa lingua?
«È proprio questo l’obiettivo che voglio segnalare. C’è già un coordinamento fra di loro, ora occorre la volontà politica di metterli insieme. L’idea di Tremonti ha bisogno di concretezza: non si tratta di inventare una banca nuova ma un modo nuovo di fare banca nel Sud, utilizzando presenze che già esistono. Da sempre le Banche di credito cooperativo sono vicine al mondo della piccola impresa e dell’artigianato. L’Artigiancassa ha aiutato molto attraverso il credito agevolato. Ecco, nel mio modo di vedere le cose, bisogna trovare un modo per facilitare l’accesso al credito delle imprese meridionali attraverso un’iniziativa concreta, dando corpo all’idea del ministro dell’Economia».
Presidente Guerrini la questione del credito non è solo meridionale: prima dell’estate la piccola impresa, dal Nord al Sud, lamentava difficoltà di accesso ai finanziamenti bancari. Alla vigilia della ripresa autunnale, il problema persiste?
«Credo di poter dire che le preoccupazioni per un possibile credit crunch ci sono. Oggi la preoccupazione maggiore degli artigiani riguarda la ripresa dell’attività economica, e degli ordini.

La prima preoccupazione è, insomma, l’economia».

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