Stefano Zurlo
da Milano
Dieci anni dopo le prime rivelazioni, il mondo descritto da Stefania Ariosto si capovolge in unaula del tribunale di Milano. Lei, il teste Omega che ha messo nei guai Cesare Previti e Renato Squillante, è accusata di calunnia: gettò fango sul giudice Rosario Priore, oggi dirigente del ministero della Giustizia. È il giorno della requisitoria e il sostituto prcuratore generale Gaetano Santamaria Amato va allattacco della contessa. Implacabile: «LAriosto accusò Priore sapendolo innocente». Ma il pg punta il dito anche contro i colleghi del Pool: «Perché la Procura non iscrisse il nome di Priore nel registro degli indagati? Io non lo so. Avranno considerato da subito inverosimili le accuse dellAriosto al giudice? Io non lo so. Avranno fatto degli accertamenti a priori? Io non lo so. Perché invece i nomi di altri magistrati, Mele, Vinci, fatti dallAriosto finirono nel registro?». Santamaria Amato ripete per la quarta volta: «Io non lo so». La Procura non diede credito allAriosto che accusava Priore di tutto: cene a casa Previti con contorno di disinvolte conversazioni su processi da aggiustare; puntate al casinò di Montecarlo; gioielli per la signora Priore regalati da Previti con i soldi di Berlusconi. Ma i pm indagarono lAriosto solo per false dichiarazioni, un reato molto meno grave della calunnia. La Procura generale ha avocato il caso e ha riformulato il capo dimputazione. Perché la Procura è rimasta inerte? «LAriosto le ha sparate a vanvera e ha detto balle anche qui in aula. LAriosto ha continuato nel tempo a dar del corrotto a Priore. E non basta venire qui a dire: Forse mi sono sbagliata». Per questo Santamaria Amato chiede la condanna a 1 anno e 4 mesi.
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