Oh se conta labito del conduttore televisivo, non solo in questo inizio di campagna elettorale. Quello che una volta si definiva look indica il tono e il respiro della trasmissione, il tipo di rapporto che si intende trattenere con lo spettatore. Fateci caso. Martelli, per Lincudine, alterna giovanilistiche felpe blu senza niente sotto a bizzarre giacche tirolesi verdi con guarnizioni; la Pivetti, per Liberitutti, predilige tubini neri con discreta scollatura; Lerner, per Linfedele, adotta uneleganza inglese vagamente casual, con giacche sportive, pantaloni di velluto e morbide Clarks; Mentana, per Matrix, si annoda o dismette la cravatta a seconda del tema; Floris, per Ballarò, non disdegna camicie blu scuro con cravatte sgargianti; Bonolis, per Il senso della vita, usa golfini antracite senza maniche su camicie immacolate; Ferrara, per Otto e mezzo, sè rimesso la giacca sopra il pullover, mentre lArmeni sfoggia eleganti sciarpe a righe colorate, simili alle calze «parigine» di gran moda; Pezzi, per Il tornasole, indossa inappuntabili e un po incongrue grisaglie da manager.
Questione di gusti? Non solo.
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