da Milano
La Borsa ha reagito con le «sue nevrilità». Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, usa questo termine, spesso accostato ai cavalli dotati di scatto fulmineo, per spiegare la giornata nera del titolo del Biscione ieri a Piazza Affari. Un calo del 5,1% a 8,32 euro, in un vorticoso giro di scambi (è passato di mano il 3,68% del capitale), è stata la risposta degli investitori alla flessione degli utili 2006 (meno 16% a 505 milioni, in base ai dati preliminari) e alla raffica di revisioni dei giudizi da parte di alcune tra le principali banche daffari. Da Deutsche Bank, che ha corretto da «buy» (comprare) a «hold» (tenere) la raccomandazione sul titolo, a JP Morgan (dal precedente sovrappesare al più incolore «neutral»); da Merrill Lynch (da «buy» a neutral), con correzione del target price da 10,60 a 9,10 euro, fino a Lehman Brothers, che ha tagliato a 9 da 9,75 euro.
Il nervosismo mostrato dalla Borsa non sembra tuttavia preoccupare Confalonieri, convinto che «si ricrederanno tutti», anche coloro che imputano a Mediaset scarsa credibilità (la replica: «Noi siano credibili da 10 anni»), perché il «2007 sarà un anno di crescita» potendo Mediaset partire già con un vantaggio. Un plus che è direttamento correlato con la contabilizzazione nel bilancio di questanno di «90 milioni di euro di spazi pubblicitari venduti alle tre più grandi centrali dacquisto». Decisione che ha fatto alzare qualche sopracciglio agli advisor, ma che è difesa da Confalonieri, peraltro confortato dal parere di molti specialisti: «Abbiamo preferito agire in questo modo che è il più cautelare e il più trasparente possibile e abbiamo nel nostro consolidato (quello 2006, ndr) un -3,6% di fatturato pubblicitario che ci ritroviamo immediatamente perché queste sono fatture, soldi già incassati».
Concetti ribaditi dallad di Mediaset, Giuliano Adreani («Il cda ha usato un criterio di prudenza contabilizzando questi ricavi nellesercizio 2007, che beneficerà di questi contratti già siglati»), secondo il quale lanno in corso non subirà inoltre gli effetti negativi del 2006 (Mondiali di calcio e Olimpiadi invernali di Torino, eventi di cui il Biscione non deteneva i diritti). Adreani si è quindi soffermato sulle strategie future, sottolineando che «Publitalia è sempre pronta alle buone occasioni». In particolare, il gruppo è in trattative con un canale cinese attraverso la controllata Publieurope in vista delle Olimpiadi di Pechino 2008.
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