«Confessioni, da noi orario continuato»

Il Duomo è una fabbrica di messe, soprattutto nei giorni dal lunedì al venerdì, quando la gente è al lavoro e ha più bisogno di assistenza spirituale in centro. Le celebrazioni sono alle sette, sette e mezzo, otto, nove, dieci, undici, dodici e quarantacinque, diciassette e trenta. Ce n’è per tutti i gusti, perché alle 8 e 30 in cripta, preceduta dalle lodi, viene celebrata anche la messa in latino. Come si sa, la messa della domenica per i fedeli è insostituibile, perché è di precetto e non si può andare il lunedì al posto della domenica. Ma, anche in tempi in cui ci si lamenta delle chiese vuote, non mancano le persone che vanno in chiesa tutti i giorni, come spiega l’arciprete del Duomo, monsignor Luigi Manganini.
Sono tanti i fedeli che vanno a messa nei giorni non festivi?
«Le messe feriali sono più numerose delle domenicali proprio perché accolgono molti lavoratori che desiderano parteciparvi prima di andare in ufficio».
La messa della pausa pranzo è particolarmente frequentata?
«È una celebrazione a cui teniamo molto, proprio perché la cosiddetta pausa pranzo è un momento che diventa uno spazio utile per diverse attività, inclusa quella religiosa».
È un’opportunità pensata per chi lavora?
«È una funzione sobria, dove la sobrietà non è fretta, ma segno che anche in un contesto di vita frenetica la ricerca di spiritualità non viene meno».
E i confessionali?
«In Duomo è sempre possibile accostarsi al sacramento della riconciliazione, anche nella cosiddetta pausa pranzo, dalle dodici alle due e un quarto».
Molte chiese di Milano da mezzogiorno alle tre sono chiuse.


«La messa e i confessionali in Duomo aiutano anche coloro che vivono lontani dal centro e che non possono andare a pregare durante varie ore della giornata perché purtroppo molte chiese rimangono chiuse per mancanza di custodi».

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