Prosegue il dialogo tra Confindustria e Cgil sul modello contrattuale. Dopo le aperture reciproche ieri anche dal convegno degli industriali su occupazione e competitività sono arrivati nuovi segnali di disgelo. E quello che è già stato battezzato il patto di Genova segna dunque la ripresa del dialogo tra la Confindustria e la Cgil, anche se il percorso non appare facile. Al convegno degli imprenditori sulloccupazione, Guglielmo Epifani dà la disponibilità al confronto, ma chiede che si facciano «le cose seriamente, a partire dai nodi che finora non hanno permesso di fare passi avanti», e ricorda che «dallinizio della crisi la Cgil ha firmato 12mila accordi per gestire crisi aziendali». Il dialogo è sulla riforma contrattuale, ma lintesa che propone il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia è più ampia ed è un patto per le riforme tra imprese e sindacati con cui «spronare la politica»: il primo incontro è fissato per il 4 ottobre e la Cgil parteciperà con spirito costruttivo. Il numero uno di via del Corso ha chiesto però agli industriali di non fare più accordi separati e dà qualche segnale nel merito. E ha invitato a dare più spazio alla contrattazione aziendale e riconosce che gli accordi, se approvati dai lavoratori, devono essere rispettati. «La Cgil - ha detto Epifani - vuole dare innanzitutto a Cisl e Uil, poi al sistema delle imprese, un contributo che guardi avanti. Non deroghe ma regole, non conservazione ma innovazione». Plaudono al dialogo Cisl, Uil e Ugl, ma con un avvertimento: comunque si deve andare avanti.
«Fino ad ora - ha detto Raffaele Bonanni - gli appelli sono stati numerosi e nessuno si è presentato. Speriamo che questa volta si presenti. In ogni caso il convoglio va avanti». Un concetto analogo lo ha espresso il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha auspicato «un blocco sociale, capace di condividere la responsabilità», ma ha spiegato che «il prezzo non può essere una rinuncia a decidere o un rinvio a tempo indefinito della decisione». Soddisfatto, era seduto in prima fila, anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, per il quale una intesa tra Confindustria e sindacati è auspicabile «per il bene sia dei lavoratori sia delle imprese, e perché cresca il Paese nel suo insieme». Lattenzione ora è sulla Cgil, ma la leader degli industriali non dimentica Cisl e Uil, ed elogia Bonanni e Angeletti «per il percorso fatto insieme, assumendosi i rischi, e mettendoci la faccia. Un percorso che continuerà». Anche Sacconi ha sottolineato il loro ruolo nella vicenda di Pomigliano: «Ci sono momenti nella vita di una persona - ha affermato - in cui si accumulano meriti che non possono essere dimenticati».
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