È durissimo il giudizio del presidente della Confindustria ligure, Giovanni Calvini, sul nuovo bando per il Multipurpose. Calvini espirme le sue «perplessità che non nascono - chiarisce subito - dalla difesa di privilegi, fortini o interessi particolari dei cosiddetti piccoli, perché le imprese genovesi sono pronte ad accogliere la sfida lanciata dal presidente Merlo per il futuro del porto». Anzi, semmai i «piccoli» sono proprio quelli cui va il pieno appoggio. «Certamente - stuzzica il presidente di Confindustria - come il sindaco Marta Vincenzi, auspico la presenza nello scalo di Genova di grandi gruppi, ma vorrei ricordare che la crisi globale ha semmai mostrato come sono stati proprio i grandi gruppi a chiudere, abbandonare localizzazioni considerate non più produttive, a licenziare. Gli imprenditori dello shipping genovesi, piccoli ma base del nostro tessuto economico, si sono rimboccati le maniche e hanno tenuto le posizioni e le aziende. Ma con la sua esperienza europea il nostro sindaco conosce bene queste cose».
La realtà è che sarebbero proprio gli investitori stranieri a scappare di fronte alle nuove scelte del porto genovese. «Le perplessità di Confindustria nascono invece dalla logica, anzi dallillogicità stessa del bando - attacca Calvini - costruito su ipotesi di reato ancora tutte da dimostrare.
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