La congiura contro Soru, «il grande dittatore»

Il governatore accusato di usare «metodi dittatoriali», lui che ribatte «decido io». E la bufera politica che finisce in Tribunale. Succede in Sardegna dove 80 «ribelli» del Pd capitanati dall’ex segretario regionale Antonello Cabras hanno depositato un ricorso contro l’elezione alla segretaria locale del Pd di Francesca Barracciu, eletta sul filo di lana con meno della metà dei voti del partito (64 su 155 «elettori» potenziali, ma gli oppositori hanno abbandonato l’aula). Ma il vero obiettivo della fronda sarda del Pd è il presidente della Regione Renato Soru, accusato di gestire l’isola in modo autoritario e dittatoriale, scavalcando anche il partito nazionale. Una consistente ala del Partito democratico sardo non vuole che Soru sia il candidato alle prossime elezioni regionali, e sta cercando di fare arrivare il messaggio a Roma, con le buone o con le cattive. «Io ascolto tutti, ma poi decido quello che mi sembra più giusto per i cittadini che mi hanno eletto. E se scontento apparati, funzionari e via dicendo, non mi interessa» dice Soru in un’intervista. E la lite sarda accende lo scontro anche nell’ex loft romano.

Veltroni, attraverso il suo braccio destro Tonini, ha sconfessato i ribelli, ma l’ex ministro Arturo Parisi, sardo doc, riaccende la miccia: «Così ne usciamo tutti perdenti. I responsabili istituzionali rispettino gli organi del partito».

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