Congressi con polemiche nel Pd milanese Franceschini arranca e contesta i risultati

Congressi con polemiche nel Pd milanese Franceschini arranca e contesta i risultati

La segreteria uscente del Pd arranca a Milano. La Commissione regionale per le elezioni che il 25 ottobre dovranno rinnovare i vertici del partito ha reso noti nei giorni scorsi i dati di 206 congressi su 939 (pari al 21,93 per cento del totale); quelli che si sono svolti fino a domenica scorsa nelle federazioni provinciali del Pd. Per l’elezione a segretario nazionale i voti validi sono stati 5629 su 47.681 aventi diritto. Pier Luigi Bersani ha ottenuto 3033 voti, pari al 53,88 per cento; Dario Franceschini 1879 voti, pari al 33,38 per cento; Ignazio Marino: 717 voti, pari al 12,73 per cento. Per le elezioni a segretario regionale 5579 voti su 47.681 aventi diritto. Maurizio Martina ne aveva raccolti 3180 (il 56,99 per cento), Emanuele Fiano (franceschiniano) 1600 voti, il 28,67 per cento; Vittorio Angiolini 799 voti, pari al 14,32.
Ma era già scoppiata la polemica nel partito sui risultati dei congressi dei circoli milanesi. Con circa un 10 per cento di circoli scrutinati, il coordinatore cittadino della mozione Bersani, Gabriele Messina, ha dichiarato che la mozione Franceschini si era fermata al 13,5 per cento, mentre quella legata a Ignazio Marino era arrivata al 23,75 e quella dell’ex ministro al 62,5 per cento. Percentuali contestate dal coordinatore della mozione Franceschini, Franco Mirabelli. «Il dato di solo una decina di circoli su oltre 170 nella federazione metropolitana milanese - ha sottolineato - vede la mozione Bersani al 58 per cento, la Franceschini al 24 e la Marino a 18».

«Usare toni trionfalistici per un risultato assolutamente parziale determinato dal risultato di un unico congresso come fa la mozione Bersani - ha commentato Mirabelli - è assolutamente fuori luogo, così come sostenere che a Milano Franceschini sia terzo». Intanto per recuperare terreno il segretario del Pd si prepara a riprendere il suo «viaggio attraverso l’Italia» con un’agenda di dieci discorsi che pronuncerà in dieci città italiane, partendo proprio da Milano.

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