Come conquistare la propria autonomia

È un’emozione straordinaria vedere il Carosello equestre di Villa Buon Respiro. La felicità è dipinta sui visi dei cavalieri: ce l’hanno fatta, sono riusciti a creare insieme uno spettacolo suggestivo di abilità, coordinazione e ritmo. Tanto i ragazzi normali, quanto quelli con handicap mentale. Sono bravi e ogni anno vengono invitati a oltre venti manifestazioni tra quelle più importanti del mondo equestre in Italia, come la cerimonia di chiusura del concorso ippico di Piazza di Siena a Roma o della Mandria a Torino. «Chiunque assista al Carosello - sottolinea Daniela Zoppi, responsabile del Centro di Riabilitazione Equestre - nota che tra i cavalieri c’è un affiatamento straordinario fondato sull’uguaglianza. Formano una squadra in cui ognuno di loro sa che il proprio ruolo, al pari di quello degli altri, è determinante per una perfetta esecuzione del Carosello. Questo li rende una cosa sola, un gruppo». Questa storia inizia nel 1986 quando venne donato a Villa Buon Respiro un cavallo di nome Pallino. Il suo arrivo suscita l’entusiasmo generale e perciò quasi subito viene acquistato un secondo cavallo, Picchio, e nel giro di pochi anni, altri ancora: nasce così il Centro di Riabilitazione Equestre. L’esperimento, seppur non senza difficoltà, dà i suoi frutti. Nel 1989 il maneggio viene aperto gratuitamente anche ai ragazzi normodotati, per sperimentare un metodo riabilitativo basato sull’integrazione. «Trovarsi sulla stessa linea di partenza suscita un normale antagonismo tra tutti i ragazzi - racconta la direttrice - e gli ospiti dell’istituto, non più svantaggiati, danno il loro meglio per mantenere il rapporto d’uguaglianza a cui non sono abituati. Si forma un gruppo unito, privo di pregiudizi, in cui i ragazzi esterni assumono il ruolo di compagni e amici. I progressi sono evidenti e prima di quanto sia possibile immaginare, i nostri ospiti conquistano l’autonomia della gestione del cavallo».
È il 1990 quando a Viterbo si tiene un’importante manifestazione equestre. I responsabili del centro chiedono di partecipare con un carosello di dodici cavalli montati da ragazzi disabili e non. È un successo straordinario e imprevisto.
«Sentirsi protagonisti e al centro dell’attenzione di un pubblico che applaude dà ai nostri giovani la possibilità di provare sensazioni sino ad allora sconosciute - aggiunge Daniela Zoppi - come paura, timidezza, entusiasmo, gratificazione e senso di responsabilità e agli operatori la conferma di aver imboccato la strada giusta». Sull’onda dell’euforia, il Centro Equestre viene aperto a un numero maggiore di adolescenti esterni. Oggi oltre 200 ragazzi, disabili e non, frequentano il maneggio e per tutti l’obiettivo è arrivare a far parte del Carosello. Nel corso degli anni, sono state realizzate coreografie sempre più complesse, usando tutte le andature del cavallo. «Questo significa che i nostri utenti sono in grado di condurre il cavallo nelle varie performance, hanno imparato che si devono dare indicazioni chiare e semplici attraverso mani, gambe e peso del corpo e hanno acquisito la capacità di calcolare i tempi per avvicinarsi sempre più alla perfezione. Il raggiungimento di questi obiettivi, ha dato al gruppo la possibilità di essere invitato da protagonista ai più importanti eventi equestri. Le trasferte, anche a centinaia di chilometri di distanza da casa, con permanenze di più giorni in albergo, ci hanno permesso d’osservare che i nostri utenti hanno acquisito una personalità più strutturata sul piano dell’autonomia personale e della responsabilizzazione. Con estrema naturalezza riescono a relazionarsi con il pubblico e partecipano a ogni evento senza mai dimostrare sintomi di emarginazione.

Oggi ogni ragazzo è consapevole di avere dei doveri da rispettare perché il cavallo dipende da lui. Ma la cosa più importante è far parte di un gruppo di amici che lavorano insieme, divertendosi, per raggiungere un obiettivo comune».

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