«No foto, please». Prima richiesta del gruppetto di rom che, alle 15.30, prende possesso di sei container in quel di via Triboniano. Delusione di fotoreporter, cameramen e, perché no, dei rappresentanti di Palazzo Marino, che avrebbero voluto immortalare quel momento.
Storico? Sì, secondo il vicesindaco Riccardo De Corato: «Per la prima volta in Italia ai rom è stato infatti fatto mettere nero su bianco, con nome e cognome, la volontà di firmare un patto che prevede delle regole. Patto che sarà fatto rispettare da Istituzioni, forze dellordine e operatori del volontariato cattolico. È unassoluta novità ed è il miglior modo per ottenere legalità e garantire la sicurezza dei residenti».
Leit motiv sottoscritto parola per parola dallassessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli: «È un primo passo verso la realizzazione di un progetto in cui, il Comune di Milano, ha creduto da subito. E la consegna dei container ne è la testimonianza: prova che questamministrazione non viene meno agli impegni presi, come abbiamo ricordato ai rom da cui ci aspettiamo analogo rispetto dei patti». Applausi (pochi) di rito, brindisi in bicchieri di carta e sermoncino di don Virginio Colmegna. Fine dellufficialità sancita con la firma del patto: quella paginetta che verbalmente è accompagnata dallimpegno ulteriore per i rom di intestare a proprio nome lallacciamento allenergia elettrica e pagarne i relativi consumi.
Già, regolina del vivere civile che in via Triboniano non è mai stata di casa. Anzi, «non lo sarà nemmeno adesso» chiosano i residenti che osservano con rabbia mista a indignazione quel viavai di auto blu con autista: «Così se ne possono andare via ancor più veloci da qui, dove restiamo sempre e solo noi a sopportare quei malnatt. Che non saranno tutti accolti nei container pagati anche con i nostri soldi».
Voci dellimpotenza, «ue, il Terzo Mondo è qui. Non serve un viaggetto in Africa per scoprirlo», mentre un fotografo immortala quel portachiavi color viola con scritta «23» che il vicesindaco consegna a una famiglia. Unica foto possibile, sempre rassicurando che non ci sarà alcun ripresa del volto, «non vogliamo guai, siamo tutti onesti». Sostantivo che De Corato conferma: «I delinquenti sono scappati. Abbiamo avuto alcuni problemi perché nelle scorse ore e giorni cè chi ha tentato di far saltare il patto di legalità. Chi? Alcuni rom che gestivano, dal Triboniano, i racket dellelemosina e della prostituzione minorile. Non ci sono però riusciti. Ci hanno provato, inutilmente. Adesso, queste persone non sono più qui».
Certezza che non convince, i residenti continuano infatti a protestare.
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