Pratiche approvate all'unanimità, toni pacati, un'atmosfera che manco a Natale quando, com'è noto, siamo tutti più buoni. E persino la pausa-chiavi che diventa il punto più interessante della seduta. Durante l'ultima convocazione del consiglio comunale di Carcare è andato in scena il festival della concordia. Merito di questa comunione d'intenti non certo un inciucio pre-elettorale, neppure un accordo bipartisan. Opposizione accomodante? Assente, più che altro, nel senso fisico del termine. I posti nell'ala a sinistra della sala consiliare, solitamente occupati dai rappresentanti delle due liste di minoranza «Carcare nel 2000» e «Progressisti per Carcare», erano infatti vuoti. Un'assenza di gruppo, come accadeva a scuola quando era programmato il compito in classe più temuto.
Con una nota indirizzata al sindaco i consiglieri hanno motivato la loro scelta. «Prendiamo atto della risposta che ci ha inviato l'amministrazione comunale a seguito della nostra formale richiesta di posticipare la seduta nella settimana successiva a Pasqua», recita la comunicazione letta dal vicesindaco Mattia Rossi, dato che anche il primo cittadino Angela Nicolini non era presente. I consiglieri di minoranza i primi di aprile avevano chiesto che la convocazione avvenisse la settimana successiva alle festività pasquali. Ma dalla giunta la risposta è stata negativa: lunedì 13 è festa, venerdì 17 porta male, altri impegni forse martedì, mercoledì o giovedì, e quindi non si posticipa. I consiglieri di minoranza non l'hanno presa bene. E così Paolo Tealdi e Franco Bologna hanno preso carta e penna e hanno scritto la piccata missiva al sindaco. Conclusione: «Per altri impegni inderogabili precedentemente assunti - scrivono - ci troviamo nell'impossibilità di prendere parte alla seduta di consiglio».
Il consiglio si ferma per portare le chiavi alla mamma
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