«Via la Consob da Roma è qui la capitale della finanza»

Il sindaco Albertini ha chiesto di cambiare la legge e trasferire la Commissione a Milano

«Via la Consob da Roma è qui la capitale della finanza»

Cambiare la legge e trasferire la Commissione nazionale per le società e la Borsa a Milano. Ma anche portare in città la nuova sede dell’Authority del risparmio. Lo ha chiesto il sindaco Gabriele Albertini ieri mattina all’inaugurazione della nuova sede della Consob a Palazzo Carmagnola in via Broletto. «Questo trasferimento - le sue parole - testimonia da un lato l’accresciuta importanza di questo organismo soprattutto per ciò che riguarda il controllo del mercato mobiliare e la tutela degli investitori, dall’altro dimostra come Milano sia di fatto la capitale finanziaria del Paese». Più che garbata la replica del presidente Lamberto Cardia che accompagna il sindaco a visitare il restauro. «La legge che prevede per la Consob una doppia collocazione a Roma e a Milano - spiega -, è ottima e saggia. Le due sedi sono destinate a rimanere e a potenziarsi. Noi lavoriamo una settimana a Roma e una a Milano senza nessuna differenza. E siamo molto soddisfatti di questo». Di diverso parere Albertini. «Roma resta per legge una sede della Consob anche se simbolica. Oggi più che mai il mondo dell’economia e della finanza si interroga sul futuro. È un’analisi dei mercati globalizzati, ma è anche una riflessione che coinvolge le strutture stesse delle imprese».
Per ora di certo c’è solo lo splendido restauro conservativo di Palazzo Carmagnola, realizzato su progetto di Marco Albini che ha portato alla luce volte affrescate e al centro del chiostro il reperto archeologico di un pozzo romano prima sconosciuto. Lì, in via Broletto, una volta c’era il palazzo dei grani e delle farine con le botteghe di vendita e il commercio delle granaglie. Nel Quattrocento il conte di Carmagnola, illustre capitano di ventura, volle la raffinata architettura che si può ammirare ancora oggi. La proprietà passò poi alla famiglia Dal Verme e a Ludovico il Moro che dopo averne espropriati i proprietari ne fece dono a Cecilia Gallerani. La sua amante a cui, tra il 1488 e il 1490, Leonardo da Vinci fece un ritratto. La famosissima Dama con l’ermellino che fu dunque dipinta proprio tra le mura del palazzo. Nel tempo altri architetti illustri, tra cui Bramante, vi misero le mani. Fino a che, nel 1860, dopo l’unità d’Italia vi si trasferì l’intendenza di finanza. Che liberò Palazzo Marino, da quel giorno diventato sede del Comune. Nel 1999 la decisione del consiglio comunale di cedere in concessione per sessant’anni Palazzo Carmagnola alla Consob. «I fatti verificatisi negli anni successivi - spiega Albertini -, hanno confermato l’esattezza di questa intuizione, giacché la Consob ha dimostrato di essere strumento essenziale del controllo dei rapporti tra intermediari e investitori. Fa piacere constatare come la Consob abbia condiviso la nostra impostazione investendo 10 milioni di euro nella ristrutturazione di un edificio così ricco di storia e tradizione». La nuova sede ospita alcune delle principali funzioni di vigilanza sui mercati e sugli intermediari.

Hanno sede a Milano la divisione intermediari e alcuni uffici strategici delle altre divisioni operative, quali gli uffici insider trading, informazioni mercati e informativa emittenti quotati, della divisione emittenti.

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