Cronaca locale

Il Consolato americano si prepara al trasloco: per la nuova sede mira anche al Tiro a Segno

Al Consolato americano di via Principe Amedeo si preparano gli scatoloni. Sì, il corpo diplomatico si prepara a traslocare. Dove? Sulla questione vige il riserbo più assoluto, certo è che il consolato sta vagliando diverse location tra cui l’ex Poligono di Tiro di piazzale Accursio 21, nato nel 1906 come Poligono della Cagnola. È vero, gli edifici liberty del 1906 sono vincolati dal 1985, ma a Washington si sta lavorando a un progetto per la costruzione di un nuovo edificio. Top secret naturalmente.
L’unica cosa certa è che l’assessore allo Sviluppo del territorio del Comune, Carlo Masseroli, ha presentato una delibera, approvata nella seduta di giunta di ieri, «per la concessione in comodato gratuito agli Stati Uniti d’America dell’area da 3.480 mq da destinare a parcheggio della nuova sede del consolato americano, localizzata sull’area di proprietà del Demanio dello Stato, di cui una parte di proprietà comunale - si legge nel documento - nonché di un’area da 120 mq interessata dal progetto della struttura diplomatica». A cosa serve la delibera? «Per poter lavorare a un progetto vero - spiega l’assessore Masseroli - da Washington hanno bisogno di avere la certezza della disponibilità dell’area». Quella del Tiro a segno non è la destinazione certa: al vaglio dei diplomatici, infatti, ci sono diverse sedi in città, nessuna delle quali ancora definitiva. «Da qualche tempo - dicono dal Consolato statunitense - ci siamo attivati per localizzare una nuova sede per il consolato e lo abbiamo fatto per ragioni di sicurezza. Si tratta di un processo lungo e ancora non si è giunti ad una decisione finale sul trasferimento o su un’area specifica».
Anche il progetto quindi è ancora in alto mare: «I progetti che riguardano gli edifici del Dipartimento di Stato - spiegano da via Principe Amedeo - vengono gestiti direttamente da Washington. Stiamo lavorando a un progetto, ma al momento non abbiamo raggiunto una decisione definitiva». Impossibile dunque conoscere anche il nome dell’architetto cui è stato commissionato il disegno. Stesso discorso vale per i tempi: il progetto è ancora in fase preliminare e ancora non sono stati sciolti i nodi su dove recapitare gli scatoloni, risulta quindi impossibile anche definire una data per il trasloco.
Intanto le palazzine liberty del 1906 giacciono in uno stato di completo abbandono. Le finestre sono rotte, il tetto è crollato, la pietra si sta logorando, la fitta giungla di rovi e arbusti sta mangiando un pezzo dopo l’altro gli splendidi edifici. Tra una bottiglia di plastica abbandonata e un pacchetto di sigarette ormai scolorito pascolano liberamente topi di varie dimensioni.

La palazzina corrispondente al civico 21, invece, l’unica ristrutturata, viene utilizzata come alloggio di servizio per due famiglie di Carabinieri.

Commenti