Consorte, il finanziere rosso «sposa» la cordata lanciata da Berlusconi

«Quella francese avrebbe dovuto essere l’ultima spiaggia, non la prima. Ci vuole uno spirito bipartisan»

da Milano

Spariglia, eccome se spariglia. «Si può fare», afferma serafico il finanziere rosso Giovanni Consorte. Che cosa? La cordata di imprenditori evocata da Silvio Berlusconi per tenere in Italia la sventurata ex compagnia di bandiera. No, non c’è una sotterranea convergenza di interessi tra il leader del centrodestra e l’ex numero uno di Unipol, il colosso assicurativo che ha fiancheggiato per decenni la sinistra comunista e postcomunista, ma certo i due sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda. «Niente di strano - spiega lui - mi pare ovvio che da italiano io preferisca un’Alitalia in mani italiane». Ieri, intervistato dal Sole 24 Ore, Consorte è stato tagliente: «Quella di Air France avrebbe dovuto essere l’ultima spiaggia, non la prima». Per questo aveva dato la disponibilità sua e di Intermedia, la merchant bank creata sulle ceneri delle fallite scalate bancarie, a giocare un qualche ruolo nella difficile partita del salvataggio di Alitalia: «Intermedia è pronta a entrare in una cordata che faccia perno sull’Air One di Carlo Toto, industriale del settore». Ora specifica: «Sia chiaro, io nemmeno lo conosco questo Toto. Ma mi sembra uno in grado di ragionare con competenza e di tentare qualcosa di concreto per evitare la fine ingloriosa di questa storia. Dunque sono a disposizione. Toto dovrebbe essere, a mio giudizio, il capocordata. Intermedia farà, se richiesta, la sua parte: Intermedia è una banca d’affari che mi sta dando molte soddisfazioni, cresce ed è l’unica merchant bank italiana la cui proprietà è in mano agli imprenditori». I tempi dei furbetti del quartierino sembrano lontani. Il potentissimo Consorte fu disarcionato, finì nella polvere dei brogliacci e delle intercettazioni in cui faceva sognare Massimo D’Alema e dava la linea a Piero Fassino, l’assalto a Bnl naufragò. Ora il finanziere ha cominciato una nuova avventura: «Lavoro come sempre dodici ore al giorno, e mi impegno per far decollare Intermedia che è nata tra il 2006 e il 2007». E la comunione d’intenti con Berlusconi? «La politica non c’entra, anzi la politica dovrebbe stare lontana da questa vicenda», dice lui con chissà quanta convinzione. «Su Alitalia non ci dovrebbe essere nulla di politico, semmai destra e sinistra dovrebbero marciare unite con spirito bipartisan in difesa della compagnia, così com’è stato per l’Expo».


Nessun imbarazzo per l’inedita alleanza virtuale col Cavaliere, solo qualche distinguo: «Berlusconi non ha fatto nomi, è stato generico, io ho indicato Toto. E poi, io il presidente Berlusconi non l’ho mai incontrato. Anzi, questa politica, destra o sinistra non fa differenza, mi annoia».

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