(...) loro i tre anziani fratelli di Tiglieto, piccola realtà sulle alture di Genova che conosco perché vendo, nel mio negozio, le superbe marmellate prodotte da un imprenditore locale, erano tra le loro mura domestiche, sicurezza di una vita intera, quando il mondo impersonale della burocrazia è piombato sulla loro semplice esistenza come un Tir impazzito che perde il controllo in autostrada. Sono morti di «paura».
Laltro giorno ho accolto lo sfogo di un signore di mezza età che aveva perso per la prima volta in vita sua una multa per autovelox a 42 km orari, più la decurtazione di cinque punti sulla patente. Era angosciato, le certezze di una vita vissuta da cittadino perbene erano venute meno. Ecco stiamo vivendo male, perché non basta più rispettare le regole: mentre le istituzioni si sono incialtronite e imbarbarite, il cittadino non è preparato a fare il «furbo». Chi per tutta la vita ha lavorato nel rispetto delle istituzioni, oggi è disorientato, perché vede farsi strada vagabondi, facinorosi, ignoranti, malavitosi e quantaltro, tuttavia ormai è tardi per cambiare mentalità, è tardi anche per i figli che queste persone hanno educato. Insomma viviamo ogni giorno come se fossimo in guerra, pur non avendo ben chiaro chi sia il nemico, non sappiamo di chi poterci fidare, non sappiamo come combattere. Ecco perché pagine come quelle del Giornale, se non possono essere la soluzione dei problemi, possono darci sollievo. Le lettere dei cittadini, che pubblicate con una pazienza certosina, traboccano di umanità, di buonsenso, di passione, ma soprattutto di speranza che, prima o poi, qualcosa possa cambiare e sapere che persone importanti, come il direttore, il caporedattore, i giornalisti, stanno dalla nostra parte, ci fa sentire un po meno soli, perché sappiamo che darete voce ai nostri sfoghi. A volte basta poco a salvare una vita, ma anche quando non ci se la fa, è importante sapere che, hai dato comunque conforto alle altre migliaia di persone che neppure conosci.
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