(...) Il Giornale pubblicò le foto che confermavano labuso. Nelle istantanee le due vetture erano perfettamente riconoscibili, come pure il pass per disabili esposto in evidenza sul cruscotto, ma con identico numero di autorizzazione. Unirregolarità evidente visto che il contrassegno non può essere duplicato. I consiglieri dopposizione protestarono con interrogazioni e dichiarazioni di fuoco. La presidenza del Consiglio diede ordine di chiarire la questione, ma il colpevole, non è stato ancora formalmente individuato, anche a causa della pausa estiva dei lavori consiliari. Quindi sullintera vicenda calò un inevitabile silenzio.
Fino ad ora. Il documento, inviato ieri agli organi regionali, ai presidenti del consiglio, della giunta, agli assessori e consiglieri, è un colpo di piccone a quel muro. Il jaccuse dei rappresentanti dei disabili parte da una severa critica di quanto è accaduto. Scrivono Giacomo Piombo, Roberto Bottaro e Alessandro Puppo, della segreteria della Consulta regionale: «Riteniamo inammissibile che un uomo politico, eletto dai cittadini, tra i quali anche disabili e loro famigliari, che certo non ha problemi di carattere economico, abbia usato ed abusato, contemporaneamente su due veicoli diversi, di un documento che garantisce la maggiore mobilità a chi è affetto da gravi deficit motori». Esprimono anche il loro disappunto: «Non comprendiamo - dicono - come una persona a cui si affida, con il proprio voto, il compito di paladino dei diritti civili, un tecnico capace di studiare e proporre nuove leggi che migliorino lesistente, colui che dovrebbe essere un esempio di onestà e integrità morale, sia stato capace di abbassarsi ad un livello così meschino». I firmatari si dichiarano delusi e amareggiati, assicurano di non volere appoggiare nessun gruppo politico, ma chiedono al presidente del Consiglio regionale, Mino Ronzitti, di fare chiarezza. E chiedono le immediate dimissioni del consigliere «furbetto». «Riteniamo - affermano - che il consiglio regionale sia ancora composto da galantuomini e per questo motivo, verificato la veridicità di quanto accaduto, chiediamo ai consiglieri di sfiduciare il collega colpevole chiedendone le immediate dimissioni». I segretari della Consulta rievocano la vicenda analoga dellex comandante dei vigili urbani di Roma che fu licenziato in tronco.
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