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Consulta: macché golpe, il «salvaliste» è salvo

RomaIl decreto salva-liste resta in vigore. La Corte Costituzionale ha rigettato la richiesta di sospensione in via cautelare del provvedimento che era stata presentata dalla Regione Lazio. Sicuramente un punto a favore del governo anche se l’opposizione si è precipitata ad affermare che questa decisione non cambia nulla.
Tira un sospiro di sollievo infatti Renata Polverini, candidata del Popolo della libertà per il Lazio. «Ogni tanto un colpetto a favore non guasta», scherza la Polverini che rinfrancata aggiunge: «Ci vuole un po’ di ottimismo».
La Consulta non si è espressa sul merito della legittimità o meno del decreto (lo farà tra un paio di mesi) ma ha escluso ci sia il rischio di un «danno grave e irreparabile» al regolare svolgimento delle elezioni regionali sulla base di norme che potrebbero poi essere sottoposte a una successiva bocciatura. Anche se i giudici costituzionali non escludono l’eventuale «pronuncia di inammissibilità». In buona sostanza, sospendere il dl «non eliminerebbe la precarietà» del voto.
Il ricorso contro il provvedimento varato dal governo per sanare l’esclusione delle liste del centrodestra era stato presentato dal vicepresidente della giunta del Lazio, Esterino Montino. L’avvocato, Federico Sorrentino, anche ieri mattina aveva sollecitato i giudici a sospendere almeno in via cautelare l’efficacia delle norme varate dal governo definite «un veleno che si sta espandendo come una pandemia», tanto da incidere «sulla certezza delle norme elettorali». In sostanza, il timore espresso dal ricorso è quello che le elezioni potrebbero essere annullate se il decreto fosse giudicato illegittimo a votazione avvenuta. Ma la Consulta ha ritenuto che quel rischio non ci sia e dunque che il decreto in nessun modo possa inficiare la regolarità delle elezioni.
Alla luce della decisione della Consulta che cosa potrà accadere? A questo punto la lista del Popolo della libertà sarà riammessa? Per Marco Marsilio, Pdl, la Consulta ha sventato «il meschino e patetico tentativo della giunta Montino di affermare la pretesa di poter correre da soli e di escludere gli avversari più forti dalla competizione». Ora la decisione spetta al Consiglio di Stato, che domani si pronuncerà sul ricorso del Pdl per la riammissione della lista dopo la bocciatura da parte del Tar. «Adesso ci auguriamo altrettanta saggezza da parte del Consiglio di Stato», commenta Marsilio. Per Fabio Desideri, consigliere regionale del Pdl, la decisione della Consulta è una «conferma della regolarità della posizione del governo Berlusconi».
Ma per il Partito democratico e l’Italia dei valori la lista del Pdl deve restare fuori. Per il senatore Pd, Stefano Ceccanti con la sua decisione la Consulta non ha voluto dar ragione al governo, ma ha invece tenuto conto del fatto che nel Lazio «il decreto non è stato applicato perché l’unico caso possibile, quello della lista Pdl di Roma, non era comunque in alcun modo sanabile, visto che la lista non è mai stata presentata con la prescritta documentazione». In sostanza secondo Ceccanti la Corte ha respinto la sospensiva perché le è «apparsa probabilmente superflua».
Antonio Di Pietro di fronte all’evidenza della decisione della Consulta commenta secco: «Se ne prende atto e va bene così».

Subito però aggiunge che «la lista del Pdl non può essere riammessa nella circoscrizione di Roma».

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