La Consulta stoppa i giudici che intercettano parlamentari «a caso» e dichiara inammissibili due ricorsi di Tribunale dei ministri e gip e gup di Napoli su altrettante inchieste su Alfonso Pecoraro Scanio (a Potenza), Italo Bocchino e Renzo Lusetti (caso Romeo). Secondo la Corte costituzionale «anche le captazioni casuali degli onorevoli (quelle nelle quali a essere messa sotto controllo è lutenza di qualcuno che conversa con il parlamentare) devono essere autorizzate dalla Camera, specie se i pm finiscono per prendere di mira, negli ascolti, il politico finito casualmente nellinchiesta» e per lassenza di verifiche preventive - da parte dei giudici di merito - su numerosi aspetti».
Una delle due sentenze riporta: «È forte il sospetto che si cerchi di far passare come casuali intercettazioni che riguardano parlamentari già iscritti nel registro degli indagati», come nel caso, dice ancora la Consulta, degli esponenti Pdl e Pd Bocchino e Lusetti. Lobiettivo dei ricorsi bocciati era quello di far dichiarare lincostituzionalità della legge Boato, che limita luso processuale di intercettazioni di parlamentari.
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