La conta dei voti dopo i no di Mastella

Persino Prodi ammette che per il governo si apre una «fase importante». Estremo eufemismo per non dire che si sta danzando, ormai, sull’orlo del baratro.
I primi giorni della prossima settimana possono essere tutti buoni per precipitare verso la crisi: dal caso Mastella al voto su Pecoraro («Allo stato ci mancano almeno sei o sette voti», assicuravano ieri nel centrosinistra al Senato), le occasioni non mancano. «Bisogna capire se Berlusconi decide di andare al voto subito, lasciando che Mastella stacchi la spina, o se accoglie l’invito di Veltroni a tentare un ultimo affondo su una legge elettorale che gli consenta di smarcarsi dai suoi alleati», ragionano nel Pd. Dove però D’Alema e Veltroni continuano ad avere visioni diverse, a giudicare dai messaggi che dai rispettivi entourage arrivavano ieri, dopo l’incontro tra i due. Secondo i dalemiani, infatti, la bozza Bianco va votata comunque la settimana prossima, così com’è, «con chi ci sta». Ossia «anche senza Berlusconi», perché l’Udc di Casini e persino An sarebbero pronti a sostenerla, e poi Forza Italia sarebbe costretta a rientrare in gioco. Secondo Veltroni e Bettini, invece, «senza Berlusconi non si può fare nessuna legge».

Anche perché, in una situazione che potrebbe precipitare a breve verso il voto anticipato, «Casini non sceglierà mai di smarcarsi platealmente dal Cavaliere», ragiona un alto dirigente del Pd. Invece bisogna offrire subito a Berlusconi forti correttivi maggioritari, che anche il Prc sarebbe disposto a concedere pur di evitare crisi o referendum, e tentare fino all’ultimo l’intesa.

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