Il partito degli imbullonati alla poltrona ha trovato una nuova parola d'ordine per tirare a campare: «aspettiamo la trimestrale di cassa», poi si vedrà. Si tratta di una mistificazione di un'evidenza così solare che stupisce come un economista di valore quale il Senatore Dini possa parlarne senza sghignazzare. La situazione futura dell'economia non sarà data dalla trimestrale di cassa, essa è già resa evidente dalla performance della nostra Borsa che, specialmente per quanto riguarda le società a media e piccola capitalizzazione, cioè le più rappresentative del tessuto produttivo italiano, ha fatto registrare un inizio anno fra i più disastrosi della sua storia, con il valore di molte società più che dimezzato nel giro di pochi giorni. L'indice Midex è piombato dai quasi 48000 punti che faceva segnare quest'estate ad un inquietante livello di 32500, con un calo di oltre il 30%. Ancora peggio è andata a molte delle società più piccole. I mercati anticipano le condizioni economiche future, e in questo caso non preannunciano nulla di buono. Che c'entra allora la trimestrale di cassa? Niente. Anche gli studenti del primo anno di università sanno che il trasferimento degli effetti del ciclo economico al fisco non anticipa nulla, anzi, ritarda di molto. Un esempio pratico: se il petrolio sale alle stelle (come sta avvenendo ora) può capitare che molte attività diventino antieconomiche, le imprese vanno in sofferenza ma per il momento il gettito sale, perché lo Stato incassa ricche Iva ed accise sui carburanti; se la difficoltà permane, le imprese chiudono rami e licenziano (e paradossalmente il gettito sale ulteriormente perché lo Stato incassa le imposte sulle liquidazioni dei licenziati!); solo molto dopo, la recessione si abbatterà sui conti pubblici e sulla società.
Un meccanismo inverso portò alla formazione dei «tesoretti». La ripresa cominciò circa nel 2003, ma solo nel 2005 si videro gli effetti sul gettito fiscale. Non si capisce quindi che significato possa avere il richiamo alla trimestrale di cassa: già da ora il bilancio dello Stato è cosparso di buchi potenziali che appariranno in tutta la loro gravità non appena l'onda lunga favorevole partita nel 2003 si ritirerà, ci mancherebbe anche di originarne altri ipotecando crescite che non ci saranno... e del fatto che non ci saranno i mercati ne sono certi. È una condotta assolutamente irresponsabile che rischia di portare l'economia italiana in una situazione «napoletana»: tutto sotto il tappeto sperando di durare, fino a che il danno esploderà e allora tanto meglio, perché così ci sarà da «gestire l'emergenza».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.