Assisi - Fischi. Fischi come non se ne erano mai sentiti in un dibattito pubblico del centrodestra, fischi del popolo di An che coprono l'ospite azzurro Fabrizio Cicchitto mentre dice alla platea e ai colonnelli del partito di Fini: "Dove volete andare? Non andate da nessuna parte mettendo in moto piccoli plotoni di esecuzione che tirano randellate a Berlusconi in nome del partito unico. Noi non accettiamo ultimatum". E' scontro tra il partito di Fini e quello di Silvio Berlusconi, al di là delle ecumeniche conclusioni che Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri cercano di trarre dopo la due giorni ad Assisi, città di San Francesco, città della pace.
"Oggi abbiamo assistito ad un processo", tira le somme Maurizio Belpietro dopo la zuffa iniziata con le esplicite accuse di An a Berlusconi: aver favorito la scissione di Alleanza nazionale e l'ingresso della Santanché nella 'Destra' di Storace. "Non c'é stata nessuna rissa. Forse tu e Cicchitto siete venuti qui un po' troppo caricati...", replica La Russa mentre il direttore di Panorama minaccia di alzarsi ed andarsene. Stracci che volano. E intanto la platea fischia, partecipa alla resa dei conti senza capire fino in fondo, tanto che a volte anche applaude, si domanda dove porterà l'ultimatum dettato da Fini dalle colonne di 'Repubblica': O si cambia o a gennaio ognuno per la sua strada.
Francesco Verderami e Gianluigi Paragone, sulla carta moderatori del dibattito, a fatica governano tanta mancanza di moderazione, che nelle conclusioni La Russa e Gasparri cercheranno di far dimenticare. "Siamo certi che la nostra chiarezza darà frutti - spande ottimismo La Russa - e che fiorirà il seme positivo di unità che noi oggi qui seminiamo. Dobbiamo aver pazienza, dare qualche giorno di tempo a Forza Italia e a Berlusconi, perché loro sono in queste ore impegnati in un enorme sforzo propagandistico, con la raccolta delle firme, e non possiamo pretendere da loro una riflessione politica". "Ma io conosco bene Berlusconi - va avanti La Russa - e sono sicuro che rifletterà su ciò che noi diciamo: la riforma elettorale è indispensabile per andare al voto. E il referendum sarà la strada maestra in caso di bluff della maggioranza".
Anche Maurizio Gasparri confida che "la frattura si ricomporrà". "C'é tempo fino a gennaio e la nostra non è una diffida, ma una sfida agli alleati a riflettere su temi concreti", dice. La Cdl non è finita, garantisce anche Altero Matteoli, che però chiede a Berlusconi di convocare "un tavolo per una nuova strategia" e di "non giocare il ruolo di portiere centravanti, senza avvalersi della squadra". Ma agli atti resta la cronaca di uno scontro durissimo. "Siamo delusi, pensavamo Berlusconi intento a lavorare per la Fed e al processo unitario. Lo pensavamo intento a convincere Dini a passare nel centrodestra, lo abbiamo scoperto invece impegnato a convincere qualcuno di An a passare con Storace. Lui non sa che il nostro mondo è fatto in modo tale che quando tocchi uno tocchi tutti", va all'attacco Italo Bocchino con toni camerateschi. "Davvero voi pensate che Berlusconi abbia provocato la scissione di Storace?", chiede Cicchitto in risposta sommerso dai fischi. "Ma che m'avete invitato a fare se dovevate fischiare e non ascoltare - attacca - vi facevate da soli il partito unico e questo dibattito, invece di farmi venire qui. Non si possono cambiare le carte in tavola. La rottura di An con Rauti e con la Mussolini è stata decisiva per farci perdere diverse elezioni.
Ora Berlusconi ha un unico incubo: la sconfitta per 24 mila voti, l'incubo che per un errore politico si possa nuovamente essere sconfitti". I fischi proseguono. "Sono uno contro dieci, mi dovete far parlare - esce dall'angolo Cicchitto -. E' stato fatto un duro attacco politico e io vi rispondo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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