Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica
Roma «Il Giornale, se non voleva essere fazioso o omissivo, avrebbe dovuto raccontare anche l’altra metà della mela», parola di Antonio Di Pietro (intervistato ieri da Libero). Accontentato.
1 Dice Tonino: «Per quanto riguarda i rimborsi da parte del Cantiere (Occhetto-Veltri) per le elezioni europee del 2004, cinque volte su cinque la Camera ci ha dato ragione respingendo le richieste del Cantiere e altrettanto ha fatto la magistratura».
Inesatto. La Camera non ha dato ragione a Di Pietro, si è sempre dichiarata incompetente dicendo «che il profilo dell’inesistenza del rendiconto di Idv e ogni altra controversia attiene all’autorità giudiziaria». Ed è ciò che sta avvenendo. A dirla tutta, una prima valutazione (sfavorevole a Di Pietro) c’è stata: il Tribunale di Milano il 19 ottobre 2007 ha dato atto della «gravità dei fatti denunciati dal Cantiere» consistenti tra l’altro nell’auto approvazione «di rendiconti preventivi e consuntivi per milioni di euro» lamentando anche i mancati controlli della Camera.
2 Dice Tonino: «Il Cantiere è nato nel 2005 e perciò non può richiedere il rimborso di un’elezione avvenuta nel 2004».
Seconda inesattezza. Il Cantiere ha già chiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo da parte del Tribunale di Roma nei confronti della Camera, quale successore della componente politica che dette vita alla Lista Di Pietro-Occhetto. La Camera ha proposto opposizione. Il 15 luglio 2008 il Tribunale di Roma ha respinto la richiesta di provvisoria esecuzione stabilendo i termini per l’esibizione delle prove ai fini della decisione: vuole vederci più chiaro. Nel frattempo, però, ha affermato che «l’Associazione Italia dei Valori è soggetto diverso dal Movimento politico Italia dei Valori».
3 Dice Tonino: l’Associazione Idv e il Partito-Movimento Idv sono la stesso identico soggetto: «O benedetto Signore. Ma è una sola cosa. Che lo chiami movimento o associazione è la stessa cosa».
Vedi sopra, risposta numero 2.
4 Dice Tonino: essendo il Movimento e l’Associazione la stessa cosa, anche gli organi sono gli stessi.
Inesattezza numero 4. Che gli organi siano diversi lo scrive lo stesso Di Pietro nello Statuto e nella Delibera di associazione tenuta occulta fino a poco tempo fa. Leggiamo insieme: «Organi dell’Associazione Italia dei Valori sono l’Assemblea dei soci, il presidente e il tesoriere» (articolo 4 comma 3), mentre «gli organi e le strutture nazionali del Partito sono: l’Assemblea nazionale (o congresso), l’Esecutivo nazionale, il Presidente e l’Ufficio di presidenza, l’Assemblea nazionale degli eletti (articolo 7 comma 1)». Non solo: «Gli organi e le strutture del Partito – è scritto - non limitano in alcun modo i diritti dei soci dell’associazione (articolo 7 comma 4)». Tutto ciò a dimostrazione che si tratta di soggetti giuridici diversi con sfere separate.
5 Dice Tonino. C’è solo un conto corrente dove si prelevano soldi esclusivamente per le attività del Movimento.
Questa asserzione è l’ennesima riprova che il famoso conto corrente Idv, intestato all’Associazione (che è cosa diversa dal Movimento, dice il Tribunale di Roma) viene gestito esclusivamente dai tre soci dell’associazione familiare: Di Pietro, la moglie, l’onorevole Mura. Il tutto, evidentemente, avviene nel silenzio degli organi direttivi del partito.
5 Quel che non dice Tonino.
Di Pietro non dice una parola sui rendiconti e i bilanci del partito. In una memoria depositata diceva che il rendiconto dell’Idv «è stato ratificato dal mio esecutivo nazionale». In realtà s’è scoperto che ad approvare il rendiconto fu il solo Di Pietro, nemmeno quale presidente del partito, ma dell’Associazione familiare. Non esistono verbali di approvazione da parte dell’assemblea del partito, né per il 2004 né per gli altri anni. Non a caso il Tribunale di Milano ha evidenziato la gravità di tali condotte. La legge numero 2/97 considera condizione necessaria per il conseguimento dei fondi elettorali la regolare approvazione dei rendiconti, che per legge possono essere approvati esclusivamente dal Partito e non certo da un’associazione che si sostituisca ad esso.
7 Dice Tonino: «Il rimborso viene dato al partito che ne fa richiesta, non ai candidati. Non si è mai vista una divisione pro quota».
Inesatto. Tonino sa bene che il Cantiere ha già ottenuto un decreto ingiuntivo dal Tribunale civile di Roma (1 milione 800mila euro) proprio sul presupposto che laddove la Camera prosegua a pagare i rimborsi al solo soggetto che deposita il simbolo e le liste anche dopo lo scioglimento di un’alleanza politico-elettorale, ciò «determina una violazione manifesta dei diritti politici fondamentali alla cui realizzazione i rimborsi sono esclusivamente preordinati». Naturalmente è in corso il giudizio di opposizione.
8 Dice Tonino: «Ogni partito, nel suo statuto, adotta tutele di garanzia nella gestione di tesoreria. Lo statuto può non piacerti, ma io mica vado a mettere il naso nello statuto degli altri».
Strana concezione della democrazia e della trasparenza nella gestione dei fondi pubblici, quella di Di Pietro. Che di fronte all’ipotesi della «gestione solitaria» di fondi per milioni di euro, ritiene di non dover dare conto a nessuno.
9 Dice Tonino (nella memoria depositata al Tribunale di Roma) che l’Idv nel 2004 era solo agli inizi della sua attività politica, e per questo costituì la sua associazione di famiglia: «Perché io, mia moglie e la Mura eravamo i fondatori».
Strana affermazione, visto che nel 2004 l’Idv non era all’inizio dell’attività politica avendo partecipato a diverse tornate elettorali sin dal 2001. È certamente un caso che l’Associazione venga fondata il 26 luglio 2004, il giorno prima del piano di pagamento dei rimborsi elettorali europei.
10 Dice il Giornale: ci fa vedere le pezze d’appoggio?
Fino ad ora non l’ha fatto. Ma proprio per fare chiarezza sarebbe il caso che l’ex pm rendesse pubblici gli estratti del conto corrente dell’Idv su cui ha fatto affluire i soldi pubblici per dimostrarne, al centesimo, l’utilizzo.
Dottor Di Pietro, ci fa sapere qualcosa?
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