Unintercettazione, un dialogo al cellulare che apre nuovi scenari dindagine e chiama in causa una rete di presunti «sodali» del professor Edoardo Austoni. Lo scrive il gip Turri a conclusione dellordinanza di custodia cautelare che ha portato ai domiciliari il primario della clinica San Giuseppe. Esiste una «conversazione telefonica» da cui i magistrati sono partiti per «accertare leventuale coinvolgimento di altri soggetti della cui opera potrebbe essersi avvalso» Austoni. Il nuovo procedimento, in carico al pm Grazia Pradella, parte dunque da un colloquio telefonico avvenuto nei mesi scorsi, in cui il professore avrebbe chiesto a uno dei suoi collaboratori di «riscuotere» al suo posto il denaro dovuto da un paziente per scalare le liste dattesa dellospedale. Dunque, è lipotesi di partenza degli inquirenti, del «metodo Austoni» erano a conoscenza altre persone oltre al primario. Possibile, quindi, che altri medici abbiano praticato la sua stessa «politica».
Uno scenario, questo, ancora da verificare, così come è tutta da sviluppare lindagine che muove dalla conversazione intercettata. Ma il fascicolo esiste, ed è un procedimento parallelo a quello ora in mano al pm Tiziana Siciliano. In Procura, sabato, si è presentato come testimone un medico delléquipe del luminare, che ai magistrati ha raccontato delle perplessità nate attorno ad alcuni comportamenti poco limpidi dellurologo. «Lo sospettavamo - ha detto - ma non abbiamo mai avuto la certezza che siano stati commessi degli illeciti». Austoni, spiega infatti il medico, era solito interessarsi in prima persona (o al massimo delegando alla sua segretaria) del denaro che i suoi pazienti sarebbero stati invitati a pagare per ottenere una «scorciatoia sanitari». Eccetto rare eccezioni. Una di queste, registrata dagli investigatori.
Tra le carte sequestrate dagli agenti della Squadra mobile negli uffici e nelle abitazioni degli indagati, intanto, sono stati rinvenuti documenti di particolare interesse. Numeri, è lipotesi della Procura, che rimandano a conti correnti intestati ad Austoni (nella cui abitazione sono stati trovati 25mila euro in contanti) e non ancora emersi nel corso delle indagini, mentre altri accrediti bancari sono già stati individuati in Italia, in Francia e a San Marino. Un versante economico dellinchiesta, con cui i magistrati intendono accertare eventuali anomalie nei flussi di denaro riconducibili al primario. Un modo, anche questo, per dare una misura alleventuale «tesoro» che - stando allaccusa - Austoni avrebbe potuto accumulare grazie alle indebite pressioni sui propri pazienti. Invitati - e questo è un altro filone di indagine - anche a servirsi presso farmacie raccomandate dallurologo per lacquisto di prodotti e apparecchi utili nella fase post-operatoria, e venduti a prezzi maggiorati anche del cento per cento (come nel caso di alcune protesi, fatte pagare 700 euro anziché 350). Nel mirino degli inquirenti, in particolare, una farmacia di via delle Forze Armate. Ma linchiesta lambisce anche una ditta per la produzione di protesi, che avrebbe stretto accordi sottobanco con Austoni.
Unenorme mole di materiale in mano agli inquirenti, e da cui si dipaneranno le linee di indagine nelle prossime settimane. Un terzo fascicolo, in mano da tempo al pm Edi Pinatto, vede Austoni indagato per la morte di un paziente entrato in coma a seguito di unoperazione fatta dallurologo, e per la quale si attende lesito di una perizia.
Di sicuro, un momento non felice per il luminare milanese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.