Conti Ue, 2007 da record In Italia il debito più alto

La media dei deficit allo 0,6% Almunia: mai una cifra così

da Roma

È stato un anno di grazia il 2007 sul fronte dei deficit pubblici in Eurolandia. L’anno scorso si è chiuso, rivela Eurostat, con una media dello 0,6% di disavanzo nei quindici Paesi dell’area dell’euro. Bene anche l’Europa allargata a ventisette, con una media di deficit dello 0,9%. «È il miglior risultato di cui abbiamo memoria», commenta, attraverso il suo portavoce, il commissario agli Affari economici Joaquin Almunia.
L’Italia ha chiuso lo scorso anno con un disavanzo dell’1,9% del Pil, contro il 3,4% di fine 2006 ( e non il 4,4% certificato dal governo Prodi a causa della diversa contabilizzazione dei rimborsi Iva sulle auto aziendali). Alla fine del 2006 la media dei disavanzi della zona euro era stato pari all’1,3%: in un solo anno, la cifra si è più che dimezzata. E Almunia conferma che Bruxelles chiuderà «presto» la procedura per deficit eccessivo comminata a Italia e Portogallo. Nell’Europa a ventisette soltanto l’Ungheria, con il 5,5%, supera il il limite del 3% previsto dai Trattati. Addirittura 11 Paesi hanno registrato un attivo di bilancio: il più cospicuo è il più 5,5% della Finlandia.
Ma non soltanto i disavanzi segnano un evidente miglioramento. Si riduce anche la media del rapporto debito-pil che scende al 66,3% a fine 2007 rispetto al 68,4% dell’anno prima. Ancora meglio nell’Europa allargata, in cui la media del debito 2007 è pari al 58,7% del prodotto. Le regole di Maastricht prevedono un massimo del 60% nel rapporto debito-Pil nei Paesi dell’area euro. Restano otto i Paesi con un debito superiore al limite, e purtroppo il record spetta all’Italia con il 104%, unica nazione appesantita da uno stock di debito superiore al 100% del Prodotto interno lordo. Seguono la Grecia con il 94,5%, il Belgio con l’84,9%, l’Ungheria con il 66%, la Germania con il 65% del Pil.
I buoni risultati, sia sul fronte del deficit che su quello del debito, dipendono non soltanto dalle politiche di bilancio messe in atto dai Paesi europei, ma anche da una crescita economica che nel 2007 è stata ancora discreta. Il Pil europeo a prezzi correnti - che comprende gli aumenti di valore dovuti all’inflazione - è cresciuto del 3,8%, mentre il debito è aumentato dell’1,34%. Le cose si complicano quest’anno, a causa del rallentamento economico globale, che colpisce anche Eurolandia. Le ultime stime del Fmi parlano di una crescita dell’1,4% nell’eurozona.
È questo il motivo per il quale la Commissione europea continua a raccomandare la massima attenzione ai conti pubblici. «Tutti i Paesi - ricorda Almunia - devono progredire rapidamente verso il pareggio di bilancio, anche per creare più crescita e occupazione».

Il deficit italiano «è più basso, e questa è una buona notizia - commenta il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni - in un quadro, quello dell’economia italiana, fatto di luci e ombre». Secondo stime Citigroup, il nostro Paese e la Francia potrebbero raggiungere, alla fine di quest’anno, un rapporto deficit-pil vicino ai limiti europei del 3%.

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