«Un conto è ascoltare, un conto amministrare»

«Un conto è ascoltare, un conto amministrare»

Giannino della Frattina

«Ascoltare le proteste dei cittadini è un conto, amministrare un altro». Lapidario, nel senso che ci metterebbe volentieri una bella pietra sopra, il sindaco Gabriele Albertini dopo la «strigliata» agli assessori del candidato del centrodestra Letizia Moratti. «Non andrò in giro a dire che va tutto bene», l’esordio della lady ministra mercoledì al primo incontro con giunta e consiglieri. Matita rossa e blu e giù votacci per sicurezza, commercio abusivo, casa.
Un giudizio non certo lusinghiero per l’amministrazione impallinata da fuoco amico. E così, ieri mattina, prima della visita alla centrale ipertecnologica dei «ghisa» insieme al prefetto Gian Valerio Lombardi, Albertini deve aver fatto un bel po’ di training autogeno per mantenere toni politically correct. «Polemica con la Moratti? Assolutamente nessuna - assicura -. Dico soltanto che va distinto il dato demoscopico dal dato percettivo. Quando siamo arrivati il primo problema era la sicurezza, il secondo il traffico. Ora lasciamo Milano con un rapporto invertito. I dati reali, non le interpretazioni, dicono che dal ’99 a oggi i reati sono diminuiti del 30 per cento. Sono ben 50mila in meno». Ma il dito puntato e il cumulo di mail messe sul tavolo dalla Moratti sembrerebbero dare indicazioni diverse. «È giusto - para e rinvia Albertini - che ora Letizia ascolti le proteste e le lamentele. È chiaro che se si vanno ad ascoltare le proteste dei cittadini in un quartiere con problemi o al mercato, si raccolgono solo proteste. Anch’io ricevo 25mila lettere di milanesi all’anno. E tutte esprimono bisogni, richieste, domande. Ma è giusto. Non mi meraviglia che chi mi deve succedere dica che si può e si deve fare di meglio. Al posto della Moratti anch’io avrei fatto così. Anzi, ho fatto così quando sono passato dal primo al secondo mandato. Dopo i primi quattro anni ho chiesto consiglio ai milanesi. È giusto sentire quali siano i bisogni dei milanesi. Poi bisogna fissare le priorità». Quindi passa alla metafora. «Il giardiniere non finisce mai di lavorare nel proprio giardino. Non può limitarsi a piantare un albero, ma deve di giorno in giorno potarlo, concimarlo, fare degli innesti. Questo vuol dire che bisogna sempre migliorare».
Posizione condivisa anche dall’assessore alla Sicurezza. «Il ministro - assicura Guido Manca - fa bene a informarsi e ad ascoltare i cittadini che hanno motivo di lagnarsi.

Obiettivamente il mercato di Papiniano e via Paolo Sarpi sono due punti critici. Problemi annosi per la città. E, infatti, per Chinatown abbiamo creato un’apposita commissione che fotografa la situazione e cerca possibili soluzioni ai problemi».

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