Roma - La quinta sezione penale della Cassazione ha detto no alla revisione del processo a carico di Bruno Contrada, l’ex funzionario del Sisde condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La Suprema corte ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla difesa contro l’ordinanza con cui, lo scorso febbraio, la Corte di appello di Caltanissetta aveva respinto l’istanza di revisione avanzata da Contrada.
La decisione della Cassazione I giudici di appello, avevano ritenuto "insussistente l’ipotizzata inconciliabilità", sollevata dalla difesa, tra la condanna a Contrada e le assoluzioni, per analoghi reati, di Giulio Andreotti e Corrado Carnevale. Inoltre, la corte nissena aveva sottolineato come fosse tutt’altro che provata la "completa, totale e generale non credibilità dei collaboratori di giustizia nel procedimento a Contrada", ipotizzata nell’istanza di revisione. Anche la nuova documentazione presentata dalla difesa, secondo i giudici d’appello, era inammissibile. Anche il sostituto procuratore generale della Cassazione Eugenio Selvaggi aveva sollecitato il rigetto del ricorso.
L'iter processuale Domani la suprema corte si occuperà di nuovo del caso Contrada: la prima sezione penale, in camera di consiglio, esaminerà il ricorso della difesa contro l’ordinanza con cui il tribunale di sorveglianza di Napoli, lo scorso 23 luglio, negò il differimento della pena all’ex dirigente del Sisde, concedendogli gli arresti domiciliari, dopo una lunga detenzione nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.
Negli scorsi giorni, infine, Contrada ha ottenuto di poter scontare i domiciliari a Palermo, mentre in precedenza il tribunale di sorveglianza di Napoli aveva stabilito che tale misura cautelare dovesse essere scontata a Varcaturo, presso Napoli, a casa della sorella.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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