Lettera aperta ad un deluso della politica, è con grande piacere che ho deciso di scrivere queste poche ma sentite considerazioni in quanto con molta probabilità il partito più forte e numericamente più corposo ai blocchi di partenza per le prossime elezioni regionali è il tuo partito: Quello degli Indecisi.
Se tu fossi uno spirito commerciale dovresti chiedere i diritti dautore sul marchio rischieresti di far soldi a palate.
In primis, chi vota può parlare chi non vota può solo tacere. O meglio fai il gioco di quella politica che tanto dici di odiare poi di fatto «lasci fare» con il tuo comportamento ingiustamente privo di segnali politici.
Se la politica è quella che dici e non ti piace non vuol dire che non devi partecipare al dibattito e alla vita politico sociale della tua regione. Anzi è proprio il contrario, se la politica oggi è così è anche perché molta gente in gamba e meritevole ha lasciato il campo perché i costi/benefici della politica non erano adeguati. Del tipo dedico due/tre ore alla settimana non guadagno nulla e perdo solo del tempo. Certo, la politica è soprattutto un «non guadagno» in termini economici e tante rotture di balle. Ma è questa la vera politica non quella del denaro che tanto odi. Quindi sei una contraddizione in termini. Vuoi la politica pura senza denaro e poi la rifiuti perché è una menata che non ti porta nulla?
Tu hai un diritto dovere verso te stesso e soprattutto nei confronti del tuo prossimo teso alla partecipazione attiva nella costruzione della tua regione.
Se poi questa costruzione va male o non si fa la colpa è anche la tua perché durante i cinque anni di legislatura ti sei limitato a mala pena a leggere il giornale del tuo collega perché tu magari non lo comperi.
A livello generazionale la mia generazione preferisce farsi laperitivo nel locale carino che dedicare unora del suo tempo alla settimana alla vita del quartiere, della città insomma a partecipare.
Poi ovviamente tutti siamo pronti a sparare a zero se la strada ha i buchi.
Ma lasciamo stare la mia generazione (dai 40 a 50 anni) che a livello politico non conta o conta pochissimo, pensa che alle regionali la media dei candidati in Liguria è di 51 anni. Ma ti rendi conto a che punto stiamo?
Oggi per contare ci devi essere, se vai solo a prendere dei ricchi aperitivi e non sai nulla del mondo politico ed urbanistico che ti circonda non puoi parlare.
Ecco perché devi andare a votare ed esprimere le tue idee.
Dire tutti fanno schifo e la politica è un disastro è troppo facile!
Non si deve permettere che si continui a concedere alla morale cattiva di scacciare quella buona.
La partecipazione qualitativa e quantitativa porta con se la selezione delle persone e la condivisione dei valori fondanti una sana ed autentica comunità di individui. Per evitare le degenerazioni al quale spesso fai riferimento le azioni individuali devono anche essere guidate da un coerente sistema di valori che vada molto oltre il bene materiale del singolo.
Con la politica del «menefreghismo sostenibile» e del non cambiamento mai «a prescindere» (tipica della Liguria e di Genova in particolare), non vai da nessuna parte e soprattutto non consenti agli altri di crescere.
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