Contributi a pioggia a enti inutili La Provincia taglia 300mila euro

La stagione delle cicale è passata. Lo aveva annunciato settimane fa il presidente Guido Podestà quando aveva iniziato a compilare l’elenco di enti e associazioni inutili foraggiati dalla Provincia - molte ricevute in eredità dall’ex amministrazione di Filippo Penato - e dopo l’ok della giunta, due sere fa la delibera ha ottenuto il via libera del consiglio. Risultato: 300mila euro che verranno spesi meglio su urgenze del territorio, dalla manutenzione delle strade a quella scolastica. Ventisei voti favorevoli, 13 astenuti e due contrari, Massimo Gatti del Prc e Gabriella Achilli della Lista Penati. Il presidente dell’aula Bruno Dapei (Pdl) motiva la scelta soprattutto con «le problematiche di bilancio che l’ente deve affrontare» e l’obiettivo di «contenere la spesa pubblica», non va letta «come una bocciatura dell’attività di queste associazioni con cui speriamo di poter collaborare su progetti specifici direttamente legati all’attività della Provincia». Perché alcune, sottinteso, non hanno mai avuto negli anni la minima ricaduta su Milano nonostante l’aiuto della Provincia. E Podestà aveva già rimarcato che alcune «hanno una matrice culturale chiara». Se il centrodestra aveva smantellato quasi subito - e nonostante le proteste della sinistra - la Casa della pace ereditata da Penati, fino ad oggi avevano resistito i contributi a movimenti come il Comitato provinciale pace in comune (2mìla euro l’anno), il Coordinamento nazionale degli enti per la pace (2.500 euro), il Centro italiano delle città unite che ha tra gli obiettivi «la diffusione degli ideali di pace e solidarietà tra i popoli».
A volte i contributi erano minimi, ma la somma porta a 300mila euro. Come la quota annua di 199 euro che dal 2004 veniva versata all’associazione Italia Hong Kong, in pratica un club pensato per gli imprenditori italiani che vogliono incrementare i contatti internazionali e che conta 202 soci. O i 4.200 euro versati all’associazione delle Comunità tessili d’Europa fondata nel ’91 in Portogallo. Dal 2005 ad oggi «non ha prodotto ricadute significative sulle attività del settore». Addio ai fondi provinciali per l’Associazione Castelli e Ville aperti in Lombardia (3mila euro all’anno dal 2005), per la Democrazia in Erba, per la Fondazione istituto per la storia età contemporanea a cui la Provincia aderiva dal 1977 (25mila euro l’anno), per la Legautonomie (30mila euro). Addirittura dal 1950 l’ente finanziava il Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale. Con l’evolversi della normativa, spiega, «le finalità dell’organismo non rientrano più nei compiti assegnati alla Provincia». Che così risparmia in un colpo solo 51mila euro l’anno.
Anche il Comune alle prese con i tagli al bilancio ieri ha eliminato due contributi, alla Rete Italia-America Latina e all’Associazione Transpadana, per un risparmio di 25mila euro l’anno.

E pure l’Ufficio di presidenza ha ridotto il budget: si partiva da 1,9 milioni a bilancio e dopo 4 tagli nel corso dell’anno i 438mila euro di avanzo sono stati ulteriormente limati del 30% a 140mila, che verranno distribuiti tra i 48 consiglieri.

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