Gli immigrati che vivono a Rosarno e in altri centri della Piana di Gioia Tauro non ci stanno a passare per violenti e vandali. La loro reazione, dicono, è stata motivata dal ferimento di due connazionali raggiunti da colpi di fucile caricati a pallini. Una vendetta, riferiscono gli investigatori, legata ad un banale litigio tra alcuni immigrati e un abitante di Rosarno. Un episodio insignificante che ha provocato il duplice ferimento e scatenato la successiva reazione rabbiosa da parte degli immigrati, con devastazioni, distruzioni e lincendio di alcune decine di automobili.
A farsi interprete dello stato danimo degli immigrati è Sidiki, 25 anni, ghanese, che a Rosarno si trova da alcuni mesi e lavora nei campi per raccogliere gli agrumi. È sconvolto per quanto è accaduto e teme per la sua incolumità. «Abbiamo bisogno di protezione - dice Sidiki - perché contro di noi ci sono continue violenze che sono frutto di razzismo. Subiamo continuamente atti di intolleranza, ma noi siamo lavoratori onesti che vengono qui solo per guadagnarsi il pane e non diamo fastidio a nessuno». La paura di Sidiki, però, si trasforma in rabbia quando pensa ai due connazionali feriti giovedì e a quelli «gambizzati» ieri sera. «Questi fatti - dice - sono intollerabili perché contro dei noi cè una rabbia che non sappiamo spiegarci. Noi veniamo qui da anni e non abbiamo mai dato fastidio a nessuno. Eppure viviamo come bestie perché le condizioni in cui ci fanno stare sono insopportabili. Avremmo bisogno di più igiene e dignità. Non possono prendersela sempre con noi perché non abbiamo nessuna colpa. Adesso ci devono garantire sicurezza perché questo è razzismo».
Sidiki non vuole andarsene da Rosarno. «Qui - afferma - ci guadagniamo il pane e lo facciamo onestamente. Non vedo perché dovremmo fuggire. Io non andrò via perché con gli italiani sono andato sempre daccordo».
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