Controesodo da Fini al Pdl: tornano altri tre assessori

Corsaro: «A questo punto il Fli lombardo vale meno dell’1,5%» .Palmeri replica all’appello di Lupi: «Messaggi contraddittori». I ripensamenti in provincia di Varese, a Busto e Castellanza

Altri tre ritorni nel Pdl. Il luogo del controesodo è Varese, che aveva subito qualche fuoriuscita a causa dell’addio deluso di Luca Ferrazzi, che non era stato rieletto al Pirellone dopo essere stato ex assessore regionale di Alleanza nazionale. Insieme a lui erano andati via i tre assessori che adesso hanno ripreso la strada verso il Pdl (o quel che diventerà). Si tratta di Giuseppe Martignoni, assessore in Provincia di Varese e consigliere comunale a Gallarate, Luciano Lista, assessore del Comune di Busto Arsizio, e Giovanni Manelli, assessore del Comune di Castellanza.
Un nuovo segnale che l’appello al «senso di responsabilità» lanciato dal Pdl a livello nazionale si coniuga anche nelle realtà locali, nonostante qualche polemica e battibecco tra chi va, chi torna e chi è sempre rimasto. «A questo punto sono rimasti nel Fli solo Giuseppe Valditara e Cristiana Muscardini, se Futuro e libertà correrà da solo a Milano non raccoglierà più dell’1,5 per cento dei consensi» commenta il vicecoordinatore regionale del Pdl, Massimo Corsaro. Segue un appello a Luca Ferrazzi: «Sono convinto che lo stesso Luca Ferrazzi si stia chiedendo se vale la pena di continuare in un percorso così distante da quella che è la sua identità politica. Tutti coloro che sono passati di là si sono resi conti che i loro elettori per primi non condividono la scelta».
Un appello a serrare i ranghi e a costruire il futuro Pdl anche con gli esuli e gli ex alleati è arrivato anche da Maurizio Lupi. «Come è tornato Landi, speriamo che torni anche Palmeri. Ormai è evidente il fallimento del Fli» le parole del vicepresidente della Camera. Il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri, replica a stretto giro di posta: «Fermo restando che dal primo momento avevo detto della mia volontà positiva di dialogare ed evitare polemiche, prendo atto che dal Pdl arrivano messaggi di diversa natura e pure contraddittori: non mi faccio ammaliare da quelli positivi, non mi faccio intimidire quelli negativi». E ancora: «Certo è che non si può pensare di tendere la mano a chi si vuole colpire e viceversa... L’importante è che non siano danneggiate l’istituzione e la sua funzione, nell’interesse dei cittadini».
L’allusione, piuttosto esplicita, è alla richiesta di dimissioni da presidente del consiglio comunale arrivata dal coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà, ma anche ai frequenti attacchi del capogruppo del Pdl a Palazzo Marino, Giulio Gallera.

Palmeri ha più volte rivendicato di non aver lasciato il partito con cui si era candidato a Palazzo Marino, perché nel 2006 era stato eletto sotto il simbolo di Forza Italia. L’«attenuante» vale anche per l’assessore Giampaolo Landi di Chiavenna, voluto in giunta da An e tra i primi a passare con Fini, ma che ha fatto rapidamente marcia indietro.

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