(...) piuttosto che affrontare responsabilmente i problemi. Molto più facile mettere banchetti e bandiere per strada, che spiegare a chi non vuole sentirselo spiegare che ci sono dei problemi mondiali e che è meglio stringere la cinghia, piuttosto che rischiare di perdere i calzoni.
In tutto questo, di fronte a una politica bipartisan che preferisce fare demagogia rispetto a dire le cose, anche sgradevoli, devo elogiare pubblicamente Vittorio Agostino, sindaco di Chiavari che - come spesso, non sempre, gli capita - ha avuto il coraggio di andare controcorrente. Agostino, leghista anomalo, questa capacità ce lha nel Dna. E non potrei fargli complimento più bello.
Agostino, noto per la capacità di amministrare Chiavari come nessun altro, tanto da essere il sindaco più amato dai cittadini, soprattutto nei suoi primi mandati, quando era più giovane e ancor più battagliero di oggi, non ha fatto nulla di eroico. Si è semplicemente opposto a una delibera, approvata da tutti gli altri Comuni del Tigullio e caldeggiata da praticamente tutti i gruppi, da destra a sinistra, in cui si proclamava il proprio essere «a favore dei posti di lavoro».
Il primo cittadino di Chiavari si è opposto: «La voteremmo tutti: sarebbe facile dire che siamo a favore dei posti di lavoro, ma non servirebbe. Non è competenza di un Comune entrare nelle dinamiche aziendali». Parole che si sono meritate le proteste di tutti, dal Pdl al sindaco del Pd di Sestri Levante per cui, addirittura, la posizione di Agostino è «sconcertante».
A me, invece, lunica cosa sconcertante, pare il fatto che un sindaco che dice cose di buonsenso e che preferisce la serietà e il rischio di impopolarità alla demagogia, passi per un rivoluzionario. Mentre dovrebbe essere la normalità.
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