«Morte allAmerica!» e «Viva lIslam!», proteste e morte in Afghanistan. Sono centinaia infatti le persone che in ieri hanno marciato verso il palazzo del presidente afghano, Hamid Karzai, a Kabul nel quarto giorno consecutivo di proteste per il rogo di alcune copie del Corano, avvenuto nella base americana di Bagram. Un gruppo di manifestanti ha poi attaccato il consolato statunitense a Herat, nellAfghanistan occidentale, dove ci sarebbero stati 7 morti e dove è schierato il contingente italiano. Altre due persone sarebbero state uccise negli scontri a Kabul e ancora altre due a Khost, nellest del Paese. Ci sarebbe poi unaltra vittima, nella provincia settentrionale di Baghlan. È di dodici, quindi, il bilancio delle vittime. La polizia nella capitale ha sparato dei colpi in aria per disperdere la folla, che lanciava pietre e gridava slogan contro lAmerica. Molti manifestanti erano accorsi dopo la tradizionale preghiera del venerdì nella Moschea Blu della capitale, con gli agenti su pick-up armati che controllano le strade e gli edifici circostanti. A Kabul, è stato segnalato almeno un caso in cui il mullah ha invitato i fedeli durante il suo sermone a protestare contro l'oltraggio al Libro Sacro. Secondo la Cnn, gli agenti avrebbero sparato sulla folla. «A Kabul ci sono manifestazioni in cinque diverse zone», ha fatto sapere un ufficiale di polizia, Mohammad Zahri. Almeno 700 afghani hanno manifestato anche a Jalalabad, nellest del Paese; proteste sono avvenute anche nella provincia sudorientale di Ghazni. La polizia antisommossa e i soldati sono in stato allerta. Lesercito è impegnato nella difesa del palazzo di Karzai.
Le proteste si sono estese anche in Bangladesh, i manifestanti hanno sfilato nella capitale Dacca. In Malesia, la protesta si è svolta di fronte allambasciata Usa nella capitale, Kuala Lumpur. «Sebbene le manifestazioni pacifiche siano tra i diritti delle persone, chiediamo ai nostri connazionali di evitare di trasformarle in proteste violente», ha detto il portavoce del ministero dellInterno afghano. E ancora: «La polizia è assolutamente preparata per rispondere a queste situazioni». Il presidente americano, Barack Obama, ha inviato una lettera di scuse a Karzai per il rogo delle copie del Corano nella base Nato di Bagram e ha detto che il fatto non è stato intenzionale.
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