Roma - Silvio Berlusconi conferma l’interesse per Alitalia di una cordata italiana formata da imprenditori italiani, banche e compagnie aeree che avrà fino a cinque settimane di tempo per la "due diligence" necessaria a presentare un’offerta "con dolorosi tagli di personale". Parlando a Nuova spazio radio il futuro presidente del Consiglio ha accolto con favore la decisione del governo uscente di concedere un prestito ponte da 300 milioni di euro ad Alitalia per evitare il commissariamento della compagnia aerea in crisi dopo il ritiro dell’offerta da parte di Air France-Klm. Una ritirata, secondo quanto detto in un primo tempo da Berlusconi, determinata dal veto dei sindacati, dichiarazione poi precisata nel senso che "i sindacati hanno fatto il loro mestiere". "Il governo non poteva fare diversamente per evitare il commissariamento che è bene che sia stato escluso. Ha dato ad Alitalia mezzi per sopravvivere nei prossimi mesi, mesi che saranno impiegati dalla compagine di imprenditori italiani assistiti da banche, da professionisti e da compagnie del trasporto aereo a guardare i conti di Alitalia", ha detto Berlusconi confermando la concretezza della cordata di cui ha annunciato l’esistenza pochi giorni prima del voto del 13 e 14 aprile che lo ha visto nettamente vincitore. "Dopo che si sarà fatta questa due diligence che prenderà 3-4-5 settimane, questa nuova compagine dovrà presentare una sua offerta impegnativa e farsi carico della gestione di Alitalia che naturalmente passerà attraverso dolorose riduzioni del personale che tuttavia potrà contare sui mezzi che lo Stato ha per fornire assistenza a chi non avesse più lavoro in Alitalia e per portare Alitalia a essere una compagnia che chiude i bilanci positivamente", ha aggiunto.
Ligresti esce allo scoperto Intanto spuntano sulla ribalta i primi nomi della cordata. Oggi, Salvatore Ligresti, principale azionista del gruppo Fondiaria-Sai ha detto di considerare "giusto e doveroso dare una mano". A proposito delle possibilità di successo della cordata, attualmente in fieri, Ligresti ha aggiunto "le cose si fanno in silenzio e penso che si faranno". Marco Tronchetti Provera ha commentato la cordata italiana "è auspicabile", ma che è "possibile se c’è chiarezza sui numeri". Si è invece sfilata la Cassa depositi e prestiti, tirata in ballo da una articolo della Stampa. La portavoce ha detto che "non c’è alcuna ipotesi allo studio". La costituzione di una cordata italiana per Alitalia "è un impegno degli imprenditori e una responsabilità civica", ha detto il patron della Geox, Mario Moretti Polegato. "Nessuno mi ha contattato", ha precisato Polegato auspicando tuttavia che Alitalia possa continuare ad essere un biglietto da visita per il nostro Paese nel mondo. Un secco "no comment", invece, da Carlo De Benedetti.
Berlusconi: "Serve una compagnia di bandiera" "Ereditiamo un problema che sarebbe stato meglio lasciare al governo attuale per non trovarci una patata bollente ma io ritengo che nell’interesse nazionale non bisogna perdere la compagnia di bandiera non solo per orgoglio nazionale ma anche per vero interesse economico", ha detto Berlusconi. Il presidente del Consiglio in pectore ha poi attribuito in un primo tempo al veto dei sindacati la rinuncia della compagnia francese all’acquisto di Alitalia: "Direi che la motivazione per cui Air France ha detto di no è stata questa del veto opposto dai sindacati". Dopo le proteste dei sindacati per questa dichiarazione, in una successiva intervista all’emittente romana T9 Berlusconi ha però corretto le sue dichiarazioni sulle parti sociali, che "hanno fatto il loro mestiere". "Su Alitalia i sindacati hanno fatto il loro mestiere e magari hanno avuto anche ragione. La verità è che le condizioni poste da Air France-Klm erano impossibili da accogliere", ha detto Berlusconi. Il leader del Popolo della Libertà ha ricordato di aver avuto rapporti più che corretti con il sindacato nelle sue precedenti esperienze di governo e di contare su rapporti altrettanto corretti, concreti e realistici anche in futuro.
La Moratti sul ricorso della Sea Se Alitalia è una patta bollente lo è anche per il rischio legale dovuto alla causa da 1,250 miliardi intentata dalla Sea contro la compagnia aerea per l’abbandono dell’aeroporto di Malpensa. Oggi il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha ricordato che "la Sea ha presentato un ricorso sulla base di un oggettivo impegno preso da Alitalia: se ci saranno le condizioni per cui la Sea possa tornare allo stesso utile, con Alitalia presente, allora l’indennizzo non è più dovuto. Questo però - ha sottolineato il sindaco di Milano - deve avvenire sulla base di precise certezze e non di ipotesi".
La Marcegaglia: "Servono soluzioni di mercato" Il prestito ponte deve essere un tramite che "può aiutare a trovare una soluzione di mercato", spiega Emma Marcegaglia, "qualsiasi soluzione si scelga deve essere di mercato e non deve essere esclusivamente legata all’italianità". Insomma, sottolinea Marcegaglia, "se arriva Lufthansa o Aeroflot, che sono interessate al rilancio industriale, a mettere nuovi aerei, allora va bene. Air France poteva andare bene, ma non con il sacrificio di Malpensa, poi se ne è andata". Occorre un progetto industriale che miri "a rilanciare Alitalia seriamente e a permetterle di stare sul mercato".
Quanto alla cordata che più volte il premier in pectore Silvio Berlusconi ha annunciato, la Marcegaglia sottolinea soltanto la necessità che questa cordata "abbia le capacità finanziarie e di business di rilanciare Alitalia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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